Carceri, il ministro Severino: "Serve riforma: no amnistia ma braccialetto elettronico"

Il neominsitro della Giustizia Paola Severino, ha lanciato oggi la sua proposta per un miglioramento del sistema carcerario. Punti fondamentali un utilizzo massiccio dei braccialetti elettronici e dei domiciliari. No all'amnistia

Carceri, il ministro Severino: "Serve riforma: no amnistia ma braccialetto elettronico"

Il neo ministro della Giustizia, Paola Severino, a margine della sua audizione in commissione Giustizia al Senato, ha lanciato oggi la sua proposta per risolvere il problema di sovraffollamento del sistema carcerario. Ribandendo il no all'amnista, il ministro ha detto di voler puntare su domiciliari e introduzione massiccia del braccialetto elettronico.

"Dobbiamo pensare a provvedimenti strutturali", ha dichiarato il ministro Severino. Provvedimenti che dovranno passare necessariamente per la verifica di "mezzi deflattivi" differenti dal carcere, che possano stabilizzare "il sistema carcerario". "Il problema del sovraffollamento delle carceri", ha detto la Severino, "non si risolve con interventi una tantum, come potrebbe essere un'amnistia", ma va invece risolto con un intervento più strutturale, per esempio con "l'adozione del braccialetto elettronico o la detenzione domiciliare", che a detta del ministro potrebbero costituire una soluzione, al momento non utilizzata, ma prevista dalla legislazione.

Il braccialetto come misura sostituiva al carcere è attualmente applicato solo a una decina di detenuti sul suolo nazionale, a fronte di un costo di quasi dieci milioni di euro, dovuto al fatto che ogni anno lo Stato deve pagare alla Telecom il costo della rete nazionale a cui i braccialetti disponibili (400, la maggior parte inutilizzati) sono collegati.

I detenuti che popolano le carceri italiane sono cresciuti nel tempo fino a toccare quota 67.000 e proprio per questo una migliore utilizzazione del braccialetto potrebbe, secondo il ministro Severino, dare sollievo alla sovrappopolazione degli istituti detentivi. Durante il governo Prodi una cifra inferiore di poche migliaia di persone (63.000 detenuti) aveva portato l'esecutivo a decidere un'amnista, manovra che però in questo momento non è sul piatto, soprattutto perché ritenuta non risolutiva.

L'introduzione di un utilizzo migliore del braccialetto elettronico sarebbe non solo un beneficio per le carceri e per

il personale, attualmente sotto organico, ma anche una misura ragionevole da realizzare in tempi brevi, visto che "la riforma dei codici penale e di procedura penale non è realizzabile" per la durata limitata del governo.

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