di Dionigi Tettamanzi *
Una parola di speranza voglio riservare a quelle giovani mamme che sono tentate, per le tante o troppe difficoltà di vario genere, di spegnere una vita umana prima ancora che venga alla luce. Vi chiedo di non rinchiudervi in voi stesse con l’interrogativo angosciante se «accettare o no» la nuova vita; di non avere paura, perché anche nelle situazioni più pesanti e drammatiche Dio non lascia mai mancare intorno a voi gente che vuole esservi vicina e che vi vuole aiutare. Vi chiedo di ricorrere alla comunità cristiana, al suo interessamento e al suo sostegno.
Vi chiedo di ricorrere alla comunità cristiana, perché questa, per la grazia di aver ricevuto l’annuncio del «vangelo della vita», ha il sacrosanto e irrinunciabile dovere di testimoniarlo con le opere dell’accoglienza e del servizio, secondo il monito dell’apostolo Giacomo: «Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se non ha le opere, è morta in se stessa».
Mi rivolgo ai membri attivi e responsabili della comunità cristiana che sono impegnati in modo umile, nascosto ma quanto mai operoso, per la specifica professione di operatori sanitari, per la partecipazione a movimenti e a centri di difesa e di sostegno della vita, per il contributo educativo come genitori e maestri, per il servizio consultoriale, e per tante e tante altre forme di volontariato offerto da moltissime donne e uomini. Vedo tutti quale espressione privilegiata del grande popolo della vita e per la vita, come è chiamato ad essere l’intero popolo di Dio.
E tutti noi, insieme, con vera saggezza e con grande coraggio chiediamoci: in questo campo abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, tutto quello che dovevamo fare? È un esame di coscienza che a tutti noi si impone, non per una facile o falsa autoassoluzione, ma per un supplemento di generosità e di audacia.
Chiediamolo alle nostre comunità parrocchiali, alle nostre famiglie, ai nostri sacerdoti.
Ciascuno di noi incontra sul cammino della vita attese, richieste, bisogni, urgenze, sofferenze, drammi che reclamano una sua insostituibile e indilazionabile risposta.
*Arcivescovo di Milano
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