Carne di pollo con la carta d’identità

Carne sicura: iniziativa della Lombardia con Emilia e Veneto per dare maggiori garanzie ai consumatori

Marcello Chirico

«È tutta una questione di etichetta: io sono nata e cresciuta in Italia, coi piedi per terra». La frase è contenuta in un fumetto, esce dalla bocca di Marta la gallina (una compagna di Lupo Alberto, roba per piccoli consumatori...) ma ieri l’ha fatta propria Viviana Beccalossi, nella duplice veste di vicepresidentessa della Regione e di assessore all’Agricoltura. Insieme ai «colleghi» di Veneto e Emilia ha tenuto a battesimo, al Circolo della Stampa, la nuova campagna di valorizzazione di carni bianche (e, in particolare, avicole) in tempi di -. globalmente lontana - influenza aviaria. Un’ipotetica pandemia che tutti e tre gli assessori, in coro, si sono trovati d’accordo a definire più «mediatica» che reale.
«Si tratta di un progetto interregionale - ha sottolineato la Beccalossi - ed è la prima iniziativa di questo genere. L’obbiettivo è quello di focalizzare l’attenzione del consumatore sulle nuove regole per l’etichettatura volontaria dei polli».
In pratica, anzichè delle semplici «etichette» sono delle vere e proprie «cartelle anagrafiche», in cui vengono riportate il paese di nascita e il nome dell’allevamennto in cui è cresciuto il pollo, le modalità di allevamento (se, per esempio, è di terra, se alimentato con integrazione di vitamine e sali minerali, eccetera) e il codice di rintracciabilità, che permette di risalire dalla carne fino all’allevamento originario, il tutto secondo un disciplinare pubblico approvato dal ministero delle Politiche Agricole e sotto il controllo di un organismo indipendente.
La campagna pro carni bianche si propone di aumentare, tra i consumatori, la conoscenza dei sistemi di certificazione, etichettatura e tracciabilità, spot pubblicitari, distribuzione di materiale informativo (ricettari compresi) nei punti-vendita, indagini sugli atteggiamenti dei consumatori stessi. «In Italia - ha tenuto a precisare la Beccalossi - il monitoraggio è costante e tradizionalmente siamo autosufficienti per l’approvvigionamento di carni e uova. In Lombardia, poi, abbiamo persino coinvolto autorevoli personalità scientifiche al fine di pianificare ogni tipo di azione preventiva».


Sempre ieri la Beccalossi ha fatto il punto sull’agricoltura regionale, intervendo alla presentazione della ricerca sull’agrialimentare promossa dalla quarta commissione consigliare. «Siamo - ha sottolineato - il motore agricolo d’Italia, con oltre il 15% dell’intera produzione e investimenti per 166 milioni».

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