Carraro: «Lo scudetto all'Inter? Si poteva aspettare...»

L'ex presidente della Federcalcio torna sul tricolore assegnato ai nerazzurri nell'estate del 2006: «Credo che in quell'occasione si siano sbagliati i tempi: è stata una vera forzatura»

«La decisione di politica sportiva di assegnare lo scudetto a tavolino all'Inter per la stagione 2005-2006 è stata intempestiva: si poteva e si doveva aspettare, anche per non eccitare animi che semmai andavano calmati». L'ex presidente della Federcalcio, Franco Carraro, è tornato sulla questione dei due scudetti revocati alla Juventus, uno dei quali assegnato all'Inter. «Ribadisco - ha aggiunto Carraro nel corso della conferenza stampa al Circolo Canottieri Aniene di Roma - che ritengo giusto assegnare sempre un titolo, però penso che in quell'occasione si siano sbagliati i tempi: è stata una vera forzatura».
CALCIOPOLI Carraro, nonostante la sua completa assoluzione dai fatti di calciopoli, preferisce non dare ancora giudizi: «Calciopoli non è ancora terminata - ha detto - è finita per me, ma ci sono ancora due processi aperti e non è giusto che parli quando ci sono ancora persone a giudizio. Posso dire, però, che ho constatato una linearità di comportamento da parte dei pubblici ministeri durante il processo che mi riguardava. Io ho delle idee, ma non le voglio dire perchè vorrebbe dire pronunciarsi su fatti su cui il Gup di Napoli ancora si deve pronunciare e non sarebbe corretto». «Per quel che mi riguarda, la mia posizione - ha poi aggiunto - è stata molto ridimensionata nei vari gradi di giudizio. Mi auguro che tra i giornalisti e gli addetti ai lavori che dissero e scrissero che i componenti della Corte federale si erano comportati cosi, perchè nominati da me, siano diventati rossi o si siano scusati, visti i giudizi amministrativi e contabili che mi hanno prosciolto e sui quali non ho alcun potere».
STRANEZZE NEL PROCESSO Carraro proprio sul suo iter processuale ha notato due stranezze: «La prima riguarda il fatto che sono stato giudicato in prima istanza per illecito sportivo per la partita Lazio-Brescia per la quale, poi, non sono stato indagato dalla procura di Napoli. La seconda è che l'arbitro di quella partita, Tombolini, è stato interrogato il 12 luglio 2006, mentre la Camera di consiglio era già in corso e non ha voluto prendere in considerazione le sue dichiarazioni, lui che teoricamente era il terminale di questo illecito. Tombolini è stato ascoltato in ritardo perchè era in Germania a seguire i mondiali, lo si poteva contattare telefonicamente oppure si poteva prendere un volo low cost».


INTERCETTAZIONI Grande importanza durante calciopoli hanno avuto le intercettazioni telefoniche e l'ex sindaco di Roma, pur ammettendo che «a nessuno fa piacere che le proprie telefonate vengano portate in piazza», ha poi ammesso che «bisogna trovare un equilibrio tra due esigenze contrapposte: le intercettazioni sono utili per appurare dei reati, ma c'è anche l'esigenza del privato. Bisogna trovare un giusto equilibrio tra queste due situazioni. Fare a meno delle intercettazioni è impossibile, ma nemmeno abusarne».

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