Federico Marchi
Nonostante fosse assente un consigliere comunale dopposizione il sindaco Borea, durante il tanto atteso consiglio comunale monotematico sul casinò che si è svolto a Sanremo, non è riuscito a ottenere la maggioranza in tre delle quattro votazioni. Se fosse stato in aula lindipendente di minoranza Loris Masselli, Borea sarebbe infatti andato per lennesima volta sotto.
In aula erano presenti, in segno di protesta, molti dipendenti della casa da gioco, oltre a Cgil, Cisl, Uil e Ugl che hanno proclamato sciopero per il 24 e il 31 dicembre, quindi nelle notti di Natale e Capodanno, contro loperato del direttore generale Christian Lefèbvre e la gestione del Cda della casinò spa. Intanto ieri è andato deserto lappalto per la gestione del ristorante, ora affidato in via provvisoria fino a marzo, a testimonianza della delicatezza di questa gara. Il casinò si conferma quindi perno centrale della politica sanremese, motivo spesso in passato della caduta anticipata delle amministrazioni. Tra gli argomenti centrali della serata la proposta del consigliere di maggioranza Paolo Leuzzi, non di rado in linea con lopposizione, di reintrodurre il divieto per i sanremesi di entrare e giocare nelle sale del casinò. Fino al 1997 infatti i residenti in città non avevano libero accesso alla casa da gioco, che era stata concepita per arricchire la città e non per limpoverimento dei suoi cittadini. In quellanno erano state aperte le porte per le slot machines e, nel 2002, il divieto era stato definitivamente tolto. «Sono a conoscenza di più di 25 sanremesi che, ricevendo sussidi dai servizi sociali, sono clienti abituali del casinò dove spendono tutti i propri soldi» ha giustificato la sua proposta Leuzzi. Contraria la maggioranza che, pur essendo questo uno dei temi della campagna elettorale di Borea, ha votato contro. «Il casinò subirebbe gravi perdite - ha motivato il capogruppo dei Ds Bruno Barbaro - e poi bisognerebbe cambiare il regolamento». Immediata e accesa la replica del collega di maggioranza: «Non prendiamoci per il c... - ha tuonato Leuzzi - lo si può fare come già accaduto nel 1997 e nel 2002». «Io non prendo per il c... nessuno, esprimo solo una mia opinione» ha contro replicato Barbaro. Inevitabile limbarazzo della maggioranza nel vedere due propri esponenti rispondersi con quei toni davanti a microfoni e pubblico.
È finita con 13 voti favorevoli, 13 contrari e 4 astenuti. Mancanza di maggioranza che è emersa in altre due votazioni. Tra i momenti più caldi lo scontro tra il sindaco e il suo ex angelo custode Giuseppe Riotto, ora allopposizione, che ha lanciato pesanti accuse: «Non avete avuto idee per rilanciare la città. Lei sindaco ha seminato tante spine e sta camminando scalzo, stia attento a non pungersi. Ci vuole un po di dignità». Immediata la replica di Borea: «Quando si parla di dignità...dal primo consiglio lei è uscito dalla maggioranza perché...beh diciamo che non lo so».
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