Roma - Salvatore Crisafulli ha cambiato idea. "Ora vuole vivere". Lo dice il fratello Pietro che spiega come a convincere l’operaio, completamente paralizzato dopo un grave incidente stradale nel 2003 e di cui da tempo i familiari denunciano l’abbandono da parte delle istituzione e del Snn, siano state le Iene, nella persona di Giulio Golia, come dimostra un video che andrà in onda domani sera su Italia Uno. "Golia è stato qui in casa con Salvatore - spiega al telefono ad Apcom Pietro - tre giorni, è ancora qui, ed alla fine lo ha convinto, gli ha promesso tutta l’assistenza di cui ha bisogno e Salvatore ha così cambiato idea, ora vuole vivere, gli è tornata la voglia di vivere. Muovendo gli occhi ha detto di non voler più morire. Tutta la famiglia è sollevata".
La partenza Pietro, il fratello di Salvatore Crisafulli,
l’operaio siciliano risvegliatosi dal coma nel 2005 dopo un incidente nel 2003 ma completamente
paralizzato, aveva confermato stamnattina che in "Belgio è tutto pronto per l’eutanasia", che avverrà con un’iniezione, e
annunciato un video shock dove lo stesso Salvatore chiede di morire. Pietro Crisafulli aveva spiegato: "Salvatore non ce la fa più, vuole porre fine alla sua vita. La sua malattia si è
aggravata, ha dolori fortissimi, soprattutto alla stomaco. E tutta la situazione si è aggravata dopo l’incidente
che ha subito Marcello, l’altro nostro fratello, che non può più occuparsi di di lui. E Salvatore non vuole
essere un peso".
"Tutto pronto in Belgio" Più volte la famiglia Crisafulli aveva denunciato l’abbandono da parte di "tutti, Stato, Regioni, servizio
sanitario, Chiesa, che non ci danno l’assistenza necessaria", annunciando che sarebbe ricorsa
all’eutanasia, portando al più presto l’uomo in Belgio. E nonostante le garanzie di assistenza moltiplicatesi
in questi giorni da governo, assessore regionale alla sanità e anche l’intervento del vescovo che è andato a
casa loro supplicando di rinunciare al proposito, i familiari sono convinti: "È tutto pronto in Belgio - spiega
al telefono Pietro - sono rientrato quattro giorni fa, è già tutto deciso, la struttura è pronta, è stato tutto
organizzato". E sarà un’iniezione, dice, perchè "morire di fame, no". Nessun ripensamento, sembra, e "a
parte la solidarietà delle perone che sentiamo, dalle istituzioni solo chiacchiere. Siamo stanchi delle
stupidaggini. Salvatore è stanco e così anche noi potremmo ritornare a vivere".
Le denunce della famiglia Pietro inoltre spiega che nè Salvatore nè la famiglia vogliono il ricovero, ma hanno sempre chiesto
l’assistenza a casa, che è stata negata: "Solo chiacchiere - dice - da tutti, dal governo centrale che non
vuole intervenire sulle regioni, le regioni che dicono che non esistono progetti individualizzati di assistenza
a casa. Lo stesso sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella due mesi fa mi disse che non poteva fare
nulla. Stiamo vedendo solidarietà ora intorno a noi, ma Salvatore non vuole il ricovero in una struttura di
accoglienza, vuole stare a casa. Quello che abbiamo sempre chiesto è che sia garantita un’adeguata
assistenza domiciliare. Se ci sono i soldi per il ricovero,perchè si dice che non ci sono per l’assistenza
individualizzata domiciliare?
Qual è il meccanismo che sta dietro, visto che l’assistenza a domicilio costa un quarto, si teme forse che
si apra un ’tagliò, un varco per ridurre i ricoveri, e questo va contro gli interessi?"
"Partiamo dopo la festa di Sant'Agata" Salvatore per ora è
ancora a casa a Catania: "Partiremo dopo la festa di Sant’Agata, patrona della città, non per la chiesa -
sottolinea Pietro - ma solo per rispetto della popolazione che si prepara a questa festa tutto l’anno, non
vogliamo attirare l’attenzione o gettare un immagine che rechi danno alla città in occasione di un tale
avvenimento". Salvatore quindi non partirà per il Belgio prima del 6 febbraio, la festa di Sant’Agata infatti
ricorre dal 3 al 5 febbraio.
Pietro parla anche del video che verrà diffuso, dal Belgio, dove Salvatore chiede di morire.
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