Il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli dice che Expo andrà ridimensionata, ma non è un dramma. E che se non si sciolgono due o tre nodi entro settembre, «avremo dei problemi». Il commissario straordinario Letizia Moratti, invece, che non c’è nessun ritardo. Molta confusione ancora sotto il cielo dell’esposizione universale 2015 e nessuno pensa che sia una buona cosa. «Entro settembre - ha spiegato ieri Castelli ad Affaritaliani.it - si dovrà decidere sui terreni. Ma «l’esempio cinese ci dice che l’evento andrà ridimensionato». A preoccupare sono i numeri e Shanghai con 30 milioni di visitatori, ma di cui 25 interni. Impacchettati nei pullman e recapitati lì gratis. Cosa impensabile per Milano che deve «rivedere il progetto». Ma è normale - minimizza il viceministro - i tempi cambiano e bisogna adeguare le previsioni alla realtà. Questo non mi sembra un dramma: influirà sui budget. Quando si fanno programmazioni a lungo periodo, bisogna essere pronti a correggere la rotta». Più preoccupanti, semmai, sono i piani economico-finanziari delle grandi opere. Quello di Brebemi, spiega, «ha avuto tutti i passaggi al Cipe, ma mancano ancora delle firme su atti molto importanti». Pronta la replica del governatore Roberto Formigoni che ieri ha accompagnato la Moratti sul palco del Meeting di Rimini dove di Expo si è parlato. «Sappiamo bene - ha spiegato - di dover tener conto della crisi economica e già il Comune ha rinunciato a qualche investimento. Ma i fondi per l’evento ci sono tutti». I terreni? «I tecnici stanno lavorando, a metà settembre valuteremo il lavoro e sceglieremo l’ipotesi migliore». Che per il Pirellone passa per «il coinvolgimento di Fiera». La Moratti glissa. «Per una volta non parliamo di terreni. Oggi (ieri, ndr) se avrete pazienza di ascoltare, vedrete quanti progetti stiamo concretamente portando avanti. Non ci sono ritardi perché la registrazione al Bie è prevista per novembre e non prima». Il comitato, assicura, «sta già organizzando tanti progetti di cooperazione internazionale». Tra cui l’estensione dell’accesso alla Borsa agroalimentare telematica di Milano anche ai Paesi in via di sviluppo.
«Sarebbe uno strumento - ha spiegato con a fianco il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan - per consentire di arrivare ai mercati a dei Paesi che hanno dei prodotti di nicchia e che diversamente non ce la farebbero».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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