L'Avana - Mentre il mondo si indigna per la morte di Orlando Zapata, il dissidente cubano che ha perso la vita, in carcere, dopo un lunghissimo sciopero della fame, Fidel Castro rompe il silenzio e, a suo modo, prova a difendersi dall'accusa di aver messo in piedi un regime sanguinario, oltre che liberticida. Il lìder maximo con un messaggio televisivo ricorda che Cuba "mai ha ordinato l’assassinio di un avversario" politico. Il riferimento, implicito, è alla morte di Zapata.
Campagna di diffamazione Intanto la televisione cubana ha denunciato una "campagna di diffamazione" contro Cuba. I dissidenti - accusati da Cuba di essere al soldo "dell’impero" americano - e la madre di Zapata hanno chiamato in causa il governo di Raul Castro, fratello e successore di Fidel alla guida di Cuba, per la morte di Zapata il 23 febbraio scorso in un ospedale dell’Avana a seguito di un prolungato sciopero della fame.
Nessuna tortura Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che è stato in visita a Cuba nei giorni scorsi, "sa da tempo che nel nostro paese mai alcuna persona è stata torturata, mai è stato ordinato l’assassinio di un avversario, mai si è mentito al popolo", ha scritto Fidel Castro, 83 anni, in un biglietto letto alla televisione nazionale.
"Alcuni invidiosi del suo prestigio e della sua gloria, e peggio ancora, coloro che sono al servizio dell’impero, l’hanno criticato per la sua visita a Cuba. Si sono serviti per ciò di calunnie che circolano da mezzo secolo contro Cuba", ha pontificato il padre della rivoluzione cubana del 1959, senza mai evocare, esplicitamente, la vicenda Zapata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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