da Milano
Prendete una domenica sera in un paesino della Brianza, una sera spensierata perché cè la festa della Pro Loco, lorchestra sul palco, la gente che balla e ciacola e intanto il tempo se ne va tranquillo. Poi arriva lui, lui che vive lì da trentanni e mai e poi mai si è mostrato in pubblico in unoccasione ufficiale perché non è il tipo, vive in una villa con un giardino che è «unoasi di tranquillità» e, se esce, va a messa oppure a comprare i giornali ma sempre senza strilli, senza i vezzi delle piccole star che hanno bisogno di sentirsi più grandi. E allora prendete quella sera e metteteci Adriano Celentano che sale sul palco raggelando di emozione lorchestra Yanos Trevaini e pure il pubblico che non si aspettava di ritrovarsi proprio lì sotto i riflettori il vicino di casa più lontano di tutti, insomma luomo più prezioso della tv italiana, lartista irraggiungibile da quasi mezzo secolo, il Molleggiato che non si è mai piegato alle convenienze del momento. Quando è arrivato, Celentano ha subito detto, come riporta la Provincia di Como, che «sono contento di essere qua. Era ora che facessimo la presentazione ufficiale dopo 30 anni che vivo a Galbiate. Insomma la gente del mio paese andava conosciuta, ora diciamo che ho colmato, magari in ritardo, questa mancanza». Poi ha preso una chitarra, lha imbracciata, ha pizzicato le corde giusto come si fa per scaldarsi le dita prima di inanellare gli accordi di una canzone, ma poi niente, tutto è finito lì perché le note non arrivavano, sai mai lemozione. Dieci minuti, forse meno.
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