Centri sociali, la festa alcolica minaccia il Duomo

Il gruppo dei Corsari si dà appuntamento per l’8 ottobre: l’ultima volta fu necessario l’intervento della polizia. La moda spagnola del "botellon" porta con sé schiamazzi notturni, tonnellate di rifiuti e spaccio di droga

Centri sociali, la festa alcolica minaccia il Duomo

L’ultima volta, un anno fa, finì con la polizia schierata in Duomo e alcune centinaia di antagonisti co­stretti e ripiegare alle Basiliche: lì tra canti, balli e cori ad alta gradazione alcolica, tennero svegli tutta la notte i residenti. Per tacere degli operatori dell’Amsa costretti il giorno dopo agli straordinari per ripulire le stra­de da tonnellate di rifiuti. Sono gli esi­ti del botellon , moda andalusa arriva­ta da noi con vent’anni di ritardo, su­bito diventata sinonimo di trasgres­sione e libertà. E così adottata dai Centri sociali, che undici mesi fa ten­tarono di assaltare il centro, senza riuscire a superare il cordone delle forze dell’ordine. Ora ci riprovano. Dal 23 settembre sul sito dei Corsari è iniziato il tam tam per chiamare alla mobilitazione per tre happening notturni in varie parti della città. Il primo il 24 settem­bre, un secondo il primo ottobre, e il terzo,il più atteso,l’8 ottobre in Duo­mo. I primi botellon (o "«bottellon" chiaramente derivante dallo spagno­lo botella, bottiglia) furono organiz­zati in Andalusia negli anni ’80 per estendersi rapidamente in tutta la Spagna. Nel marzo 2006, si svolse una sfida tra universitari per organiz­zare il più grande evento della storia, con incidenti a Salamanca e a Barcel­lona. A Granada il sindaco autorizzò la riunione in una zona periferica, non ci furono incidenti e si toccò il record di 30mila partecipanti. Sempre nel 2006 il botellon appro­dò in Italia, a Torino per la precisio­ne, mentre bisognerà aspettare altri tre anni prima del suo esordio mila­nese. Sabato 31 ottobre 2009, centi­naia di giovani richiamati dal passa parola dei siti antagonisti cercarono di prendersi il Duomo per festeggia­re Halloween. Respinti dalle forze dell’ordine,sciamarono al parco del­­le Basiliche, dove fecero festa fino al­le 7 del mattino, tra canti e balli, alcol e droghe, incuranti delle proteste dei residenti. Nel pomeriggio furono necessari due mezzi dell’Amsa per portar via tutti i rifiuti, tra cui non po­che siringhe. Il freddo portò a più mi­ti consigli, per cui di botellon non se ne parlò più fino a primavera quan­do i giovani cercarono di prendersi piazza Leonardo da Vinci nei pressi del Politecnico, venendo però subi­to bloccati dalla polizia. Altri venne­ro organizzati senza incidenti nella più decentrata, e scarsamente abita­ta, piazza Ateneo alla Bicocca.L’ulti­mo sabato 11 settembre. Ora si parla di nuovi eventi perché «i divieti si moltiplicano a vista d’oc­chio, attraverso ordinanze sempre più rigide, con l’idea che vivere le piazze e le strade voglia dire disturba­re la quiete pubblica, senza voler ri­conoscere che l’unica città veramen­te sicura è una città piena di luci e di persone, prima che di telecamere e poliziotti» recita il sito del Centro so­ciale Corsari. Il primo botellon è già avvenuto e passato sotto silenzio: al Corvetto, poeticamente denomina­to moonshine , cioé raggio di luna. La polizia si è presentata in forze, ma ha trovato solo una ventina di ragazzi. Secondo happening in via Padova.

Due quartieri difficili, scelti apposita­mente "per protestare contro un co­prifuoco assurdo" precisano gli anta­gonisti. Il gran finale l’8 ottobre quan­do i Centri sociali cercheranno per la seconda volta di prendersi il Duo­mo.

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