(...) Per questo molti accusano questo provvedimento di trasformare la Liguria in meta ideale per i clandestini di tutta Italia. E come esempio macroscopico di una disposizione che definiscono «pericolosamente sbilanciata per equiparare clandestini e immigrati regolari», gli esponenti delle Casa delle Libertà citano l'articolo 18 che estende a tutti gli immigrati i servizi sanitari previsti dalla normativa.
«Qui non stiamo parlando di garantire le cure essenziali e urgenti - chiarisce Plinio - già previste dalla legge Bossi- Fini, ma di assicurare agli immigrati irregolari tutte quelle prestazioni per cui i liguri pagano costosissimi ticket e subiscono liste di attesa interminabili». Sandro Biasotti annuisce. Francesco Buzzone, segretario regionale della Lega, rilancia: «Questa non è una legge che mette sullo stesso piano cittadini e immigrati regolari, ma una legge razzista nei confronti dei cittadini liguri». E l'elenco delle agevolazioni agli immigrati contenute nella legge e considerate ingiuste dagli uomini della Cdl è lunghissimo: agevolazioni di punteggio per la graduatorie che assegnano alloggi popolari, assistenza sanitaria tout court, 700mila euro destinati per punti di incontro tra i popoli, 8mila euro previsti per il rimpatrio delle salme per ogni clandestino deceduto in Liguria e altro ancora. E a proposito di costi, l'opposizione regionale insorge: «Con un sistema sanitario al collasso, ci troviamo ora non solo a pagare svariati miliardi di vecchie lire per le cure essenziali agli immigrati, ma dovremo pagare anche diversi milioni di euro per garantire mammografie o cure dermatologiche ai clandestini...».
Da qui l'appello ai cittadini, non solo agli elettori di centrodestra, per correre a firmare per la richiesta di referendum. Verrà al più presto annunciata la data di una manifestazione che darà il via vero e proprio alla campagna referendaria. Entro una settimana sarà possibile firmare non solo nei banchetti, ma anche presso le sedi dei Comuni liguri, compresi quelli più piccoli dell'entroterra.
«La legge al momento del voto è stata blindata per ragioni ideologiche e per ricatti della sinistra estrema» accusano gli esponenti dell'opposizione che fanno notare, come al momento dell'approvazione, in aula non fossero presenti Roberta Gasco (Udeur), G.B. Pittaluga (Gente della Liguria), Rosario Monteleone, Giovanni Paladini e Claudio Gustavano (Ulivo). «Anche se non possono dirlo, gli esponenti moderati della sinistra sono con noi - dice Alessio Saso, consigliere di An - e per questo dobbiamo far nascere tra gli elettori un forte clima bipartisan pro-referendum».
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