«Che palestra d’attore la scuola»

«Imitando gli insegnanti ho capito qual era il mio vero talento»

«Che palestra d’attore la scuola»

Da piccina sognava di essere una principessa, ma non risulta che abbia ancora incontrato il suo principe azzurro. In compenso, forse per legge di contrappasso, ha cominciato a prendere in giro proprio le donne ricche, famose e affascinanti. Le principesse moderne, tipo la star della canzone Amy Whinehouse. Così la romana Paola Minaccioni a 37 anni è diventata uno dei volti più noti del cabaret televisivo. Pur essendo unica attrice in famiglia, si considera figlia d’arte perché, dice, le radici della sua comicità sono il papà, già noto fisioterapista della Roma, nonché mamma e nonna, «autentici personaggi».
Papà era assai benvoluto dai calciatori romanisti...
«Altroché, era un po’ il loro “jolly joker”, colui che sapeva sdrammatizzare le situazioni più difficili, gli infortuni più gravi. Mamma e nonna, invece, bastava osservarle bene per capire che personaggi fossero».
Così lei ha cominciato a sognare di diventare attrice.
«A dire la verità non ho mai sognato di diventare un’attrice famosa, ma a scuola mi divertivo a imitare i professori, in particolare la professoressa di inglese. Le riunioni di istituto, poi, con me sul palco si trasformavano in cabaret».
Dal gioco al lavoro, come è avvenuto il passaggio?
«Ho seguito il Corso per attori di prosa della Regione Lazio, e poi ho frequentato il Centro sperimentale di cinematografia. Importante è stato anche l’incontro con Nicolay Karpov che ho seguito anche Mosca, dove ho continuato a studiare movimento scenico e biomeccanica teatrale».
Mamma e papà come l’hanno presa?
«Apprezzavano molto il mio entusiasmo».
Ora è sempre in giro per l’Italia per spettacoli teatrali, programmi tv e riprese cinematografiche. Ma le rimane del tempo libero per dedicarsi a se stessa?
«Amo stare in compagnia dei miei amici, ma trascorro volentieri anche un po’ di tempo in ozio a casa».
Com’è nata l’imitazione di Amy Whynehouse?
«Sarebbe stato bello raggiungerla a Londra, invece mi sono accontentata di un semplice dvd per studiarla. È vero: è la mia cantante preferita. Ho una vera adorazione per lei: è una grande artista e per questo ho pensato di giocare sul suo essere un po’ svampita».
Prima si diceva che le donne avessero poco senso dell’umorismo.

È vero che le donne fanno ridere meno degli uomini?
«Non è vero. Anche se le donne sono spesso legate a precisi canoni di bellezza. In realtà si tratta di uno humour più sottile e raffinato, rispetto a quello dei maschi».

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