Da via Imbonati al Corvetto. Solo due esempi. Ma forse si potrebbe dire dal Giambellino, alla Bovisa a Quarto Oggiaro. C’è una città (spesso in periferia) dove non sempre chi ci vive sente le amministrazioni e le autorità al suo fianco. Così può capitare che i centri sociali (sempre pronti quando c’è da far casino) si accampino sotto una torre per dare solidarietà alla protesta degli immigrati e trasformino un quartiere nel suk che nemmeno ti immagini. E i residenti? Impotenti, inascoltati e furenti perchè nessuno fa nulla o può far nulla. Oppure capita che un giudice decida che le ordinanze che mettono un freno al bordello notturno di bar, pub e kebab non siano democratiche e le boccia. Ma chi vive da quelle parti si chiede e gli chiede: "Signor giudice ma lei c’è mai stato di notte al Corvetto?"
Cari giudici del Tar, provate a passare una notte al Corvetto
di Luca Fazzo
Cari giudici del Tar della Lombardia, capisco che qualche garbuglio da azzeccare si trovi sempre, e che visto dalle Vostre ovattate stanze in via Corridoni il Corvetto sia una galassia lontana. Per entrambe le ragioni, è lecito supporre che dopo avere firmato e depositato le sentenze che tornano a dare la via libera alla movida (la chiamano così!) in corso Lodi, via Fabio Massimo, via Brenta, eccetera, i Vostri sonni continuino a scorrere placidi. Per noi, poveri abitanti della zona, non sarà così. E, se non abuso del vostro tempo, ci terrei a spiegarVi il perché. Le ordinanze emanate prima dell’estate dalla giunta (e ribattezzate, anche qui con un utilizzo un po’ incauto delle parole, «coprifuoco») avevano posto alcune piccole regole a tutela della pace del Corvetto. Una zona dove, va ricordato, nel corso degli ultimi anni una serie di focolai di inciviltà - impensabili nelle zone dove abitano le Vostre signorie non avevano creato un quartiere allegro e multietnico ma semplicemente prodotto un peggioramento della vita di tutti, italiani e stranieri. Si può ricordare, per fare un esempio, che in via Brembo si dovette aspettare che ci scappasse il morto prima che venissero messi i sigilli ad un locale da tempo noto alle forze dell’ordine per le intemperanze dei suoi avventori. La chiusura a mezzanotte (non alle otto o alle dieci di sera!) dei locali intorno a cui questo degrado si è sviluppato aveva ridato un po’ di pace ai nostri sonni e un po’ di pulizia ai nostri androni. Nel caso che consideriate l’opinione di un cronista del “Giornale” ipso facto faziosa e reazionaria, Vi riporto quanto appena pochi giorni fa scriveva al suo quotidiano un’abbonata di “ Repubblica ”, dopo la Vostra sentenza che annullava l’ordinanza relativa a via Fabio Massimo: «Il Karma è una discoteca che si è allargata abusivamente sui terreni del Parco Sud, che utilizza i prati di un parco pubblico curato con i soldi dei cittadini, come parcheggio, devastandolo regolarmente, e che soprattutto da decenni lavora incurante di ogni limite minando impunita la tranquillità di un intero quartiere. Sarebbe bello leggere ogni tanto articoli che stanno anche dalla parte di chi vorrebbe riposare e godere del piacere di un sonno tranquillo a casa sua, senza subire la prepotenza del popolo della notte, di ubriachi e di schiamazzanti. Col “coprifuoco”alle tre e mezza tutto era finito, ma ora invece si ricomincia con la ressa fino alle sei».
Questa, signori giudici del Tar, è la voce della gente normale, dei lavoratori del Corvetto per cui la sveglia suona all’alba. Gente che non ha amici nei giornali, sponsor politici, avvocati potenti. Ma che da Voi, lasciateVelo dire, si aspettava ugualmente decisioni diverse.
Caro Prefetto, la nostra petizione per via Imbonati
di Patrizia Castiglioni
Gentile Direttore, le scrivo questa lettera per informarLa che questa mattina ho depositato, a nome di molti abitanti d i Via Imbonati, una petizione i n Prefettura a richiesta d i soluzione dell'ormai intollerabile presidio d i immigrati e appartenenti a i centri sociali a i piedi della torre e x Carlo Erba. I cittadini milanesi che abitano nelle vicinanze sono giunti ad un livello di esasperazione e disperazione difficilmente descrivibile. C'è u n vero e proprio a ccampamento «stile rom» d i fronte alle nostre abitazioni: queste persone cucinano, dormono, cantano e ballano fino a tarda notte con musica a d u n volume assordante. L o stato d i degrado e sporcizia ( oltre che d i oggettivo pericolo visto che sono anche muniti di bombole a gas per cucinare e d accendon o fuochi per riscaldarsi ) è u n insulto e d u n offesa a tutti coloro che abitano i n questa via.
Le persone non possono dormire, gli anziani non escono più di casa, chi lavora e s i alza a l mattino affronta la giornata senza aver avuto la possibilità di riposare in casa propria. Abbiamotutti ormai i nervi a fior di pelle, al limite del crollo.
Ci stiamo rimettendo la salute e purtroppo nessun o interviene. Non siamo rimasti con l e mani i n mano. Abbiamo fatto centinaia di telefonate al 112 e 113, siamo andati in questura a chiedere aiuto a chi dovrebbe far rispettar e l a legge, senza ottenere il minimo riscontro.
Ci viene risposto: «abbiamo l e mani legate». I ntendiamoci, non intendo fare l a solita premessa «io non sono razzista ma...» perchè non ritengo d i dover giustificare n è scusarmi per il fatto che chiedo allo Stato, alle Istituzioni del mio Paese e , sopratutto, alla mia città dove sono nata e cresciuta di ascoltare e difendere anche noi cittadini milanesi. I nostri nonni, i nostri padri e noi stessi l'abbiamo costruita questa città e l'amiamo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.