La gara in linea olimpica ancora una volta frustra le ambizioni delle favorite della vigilia. A portarsi a casa la medaglia d’oro con un attacco a pochi chilometri dall’arrivo è infatti l’americana Kristen Faulkner, arrivata tardissimo al ciclismo dopo la laurea ad Harvard. A masticare amaro le altre favorite, a partire dalla vincitrice del Giro d’Italia Elisa Longo-Borghini che prende la fuga giusta ma finisce la benzina a 15 chilometri dall’arrivo, chiudendo solo nona. Per decidere gli altri gradini del podio serve il fotofinish, con la leggenda Marianne Vos che riesce ad avere la meglio della belga Lotte Kopecky per un niente. Da domani spazio alla pista, con tante speranze di medaglie per l’Italia.
Fuga innocua, gruppo compatto
Dopo la storica doppietta di sabato che ha incoronato Remco Evenepoel doppio campione olimpico, la missione del Belgio è di concludere un filotto epico portando sul gradino più alto del podio la favorita Lotte Kopecky. Missione non semplice, visto che il Belgio sembra inferiore al quartetto olandese mentre le speranze azzurre sono concentrate sulla trionfatrice del Giro d’Italia, Elisa Longo-Borghini. La ciclista piemontese è apparsa jn gran forma e potrà contare sull’aiuto di tre ottime specialiste come Elisa Balsamo, Silvia Persico ed Elisa Cecchini, un bel mix di gioventù ed esperienza. Come già visto nella gara maschile, al pronti via fuga solitaria dell’atleta del Burkina Faso Awa Bamogo, che guadagna circa un minuto su un gruppo che ha poca voglia di faticare con tanti chilometri ancora da percorrere.
L’atleta africana viene ripresa sulla prima delle nove salite del tracciato odierno, la Côte des Gardes e da questo momento iniziano a partire alcuni attacchi sporadici, tutti controllati dal gruppo tranne quello della slovacca Jencusova, che a 130 chilometri dall’arrivo ha circa 45 secondi di vantaggio dal gruppo. Poco dopo si lanciano al suo inseguimento l’afgana Yulduz Hashimi e l’israeliana Gafinovitz: dieci chilometri dopo il vantaggio della slovacca sul gruppo è di due minuti mentre a circa 45 secondi dalla leader c’è un quartetto. Mentre sulla Côte de Port-Royal le inseguitrici si compattano, movimenti nel peloton, con Italia, Gran Bretagna ed Olanda che iniziano a mandare cicliste in testa a tirare. Mentre la campionessa olimpica Kiesenhofer soffre dalle tante cadute nella cronometro, il vantaggio di circa 4 minuti delle fuggitive non preoccupa il gruppo, dove Belgio ed Australia sono più interessati a contenere gli attacchi di cicliste pericolose come la sudafricana Moolman-Paio o la svizzera Linda Zanetti.
La Longo-Borghini ci prova
A 100 chilometri dall’arrivo, prima di affrontare la Côte de Cernay-la-Ville, il sestetto di testa collabora molto bene con il gruppo a 5’18” che, almeno per ora, è felice di lasciarle fare. Prima delle tre salite che porteranno tutti verso il circuito di Montmartre, cambio di ritmo nel gruppo, dove si mettono a tirare Belgio e Paesi Bassi, che ad 80 chilometri dall’arrivo hanno ripreso quasi un minuto alle fuggitive. L’azione della Van Dijk in testa inizia a far perdere pezzi al peloton ed il vantaggio del gruppetto di testa cala attorno ai tre minuti: il gruppo sembra deciso a porre fine alla fuga ancora prima del circuito parigino. Nonostante il ritmo molto elevato, non mancano le azioni di disturbo messe dalle cicliste top: prima ci prova la leggenda Marianne Vos, poi l’argento nella cronometro Anna Henderson ma entrambi i tentativi vengono rintuzzati in fretta. L’arrivo sul circuito vede un tentativo dell’azzurra Elena Cecchini ripreso mentre poco dopo ci prova anche la Persico, seguita a ruota dall’australiana Hanson. Le fuggitive sono a solo 1’29” di vantaggio ma il gruppo è ancora molto reattivo: tutti i tentativi vengono chiusi nel giro di pochi chilometri.
La Cecchini e la Persico ci provano ancora qualche chilometro dopo ma hanno poca fortuna: a 50 chilometri dall’arrivo solo Fariba Hashimi e la bielorussa Tserakh resistono in testa ma il peloton le ha quasi riprese. La fuga viene riassorbita nell’avvicinamento alla salita di Montmartre, dove un attacco importante potrebbe avere qualche possibilità di farcela. A scompaginare le carte la caduta a terra dell’americana Dygert ma anche della favorita Lotte Kopecky, che si rialza in fretta: prova ad approfittarne la spagnola Mavi Garcia e la sua azione sul pavè inizia a frazionare il peloton, circondato da due ali di folla festante. L’azione è quella giusta e vede un buon numero di cicliste top aggregarsi nel giro di pochi minuti: ci sono l’azzurra Longo-Borghini ma anche Marianne Vos e le britanniche Henderson e Deignan. La Kopecky si lancia all’inseguimento ed approfitta di un rallentamento delle fuggitive per rifarsi sotto: situazione estremamente fluida, considerato che il vantaggio nei confronti del gruppo è di meno di un minuto. Potrebbe succedere ancora di tutto.
L’attacco di Marianne Vos
Il fatto che Elisa Longo-Borghini sia in testa da sola è cosa abbastanza preoccupante, anche se la Cecchini sta cercando di raggiungerla per darle una mano. Sia l’azzurra che la Vos, però, hanno speso davvero poco, facendo lavorare le altre fuggitive per risparmiare energie per il finale. La vincitrice del Giro d’Italia sa bene che portare l’olandese ad una volata ristretta è una pessima idea ma resta da capire come si muoveranno le tre britanniche, che stanno lavorando tutte per la Georgi. Situazione stabile anche nell’avvicinamento al secondo passaggio sulla salita di Montmartre, con il gruppo delle inseguitrici che non recuperano molto nei confronti delle fuggitive. Appena la strada inizia a salire, allungo della Henderson, seguita a ruota dalla Vos e dalla Garcia, che non ne vogliono sapere di darle il cambio. La Longo-Borghini si porta avanti, portandosi dietro la Kopecky, con la quale ha lottato a lungo durante il Giro d’Italia ma le pendenze iniziano a fare selezione, con la Henderson e la Deignan che perdono terreno.
La Georgi si butta all’attacco in discesa ma guadagna solo pochi secondi nei confronti delle compagne di fuga, che stanno andando a tutta. Elisa Longo-Borghini rompe gli indugi a 23 chilometri dall’arrivo, provando uno stacco per fare selezione ma si rialza dopo poche centinaia di metri. Nella fuga nessuna vuole tirare, il che agevola il compito delle inseguitrici, sempre più minacciose. La Deignan, appena riprese le fuggitrici, continua a tirare: nessuno ha voglia di giocarsi la medaglia d’oro in volata. La Vos è la più veloce, guadagnando un centinaio di metri e costringendo l’azzurra a lanciarsi all’inseguimento: la campionessa olandese si trascina dietro l’ungherese Vas e le due guadagnano una trentina di secondi. Le due collaborano alla meglio mentre la Kopecky e la Longo-Borghini non sembrano in grado di montare una rimonta efficace, con l’azzurra che perde contatto quando la belga e la Georgi si lanciano all’inseguimento del duo di testa.
Il trionfo della Faulkner
Sull’ultimo passaggio sulla collina di Montmartre, azione importante della Kopecky e dell’americana Faulkner, che staccano le compagne di fuga e si avvicinano pericolosamente al duo di testa. La Vos non dà più cambi all’ungherese e le due sembrano incapaci a reagire all’azione della statunitense, che ha però speso tantissime energie per riprendere le fuggitive. Le due si voltano indietro nervosamente quando, ancora prima della discesa di Montmartre, vedono le inseguitrici alle loro spalle: il cambio di passo è netto ma non sarà semplice resistere fino al traguardo alla rimonta forsennata delle rivali. La fuga viene ripresa a poco più di tre chilometri dall’arrivo ma le energie spese sono state davvero tante: la collaborazione è ormai saltata e le quattro cicliste si guardano in cagnesco pensando alla prevedibile volata.
Kristen Faulkner non ci pensa due volte e mette un attacco importante appena riprese le due fuggitive, che non ne hanno più per andarla a riprendere. Soddisfazione enorme per la 31enne dell’Alaska, che ha iniziato a correre addirittura dopo l’università ed ha dovuto lottare con la sua federazione per arrivare alle Olimpiadi. L’atleta statunitense arriva da sola mentre gli altri gradini del podio si decidono in volata ma ci vuole il fotofinish per decidere chi potrà mettersi al collo una medaglia.
Alla fine l’argento va alla veterana Marianne Vos con la rivale Lotte Kopecky costretta ad accontentarsi del bronzo: medaglia di legno all’ungherese Vas, battuta per davvero un niente sul traguardo del Trocadero. Elisa Longo-Borghini chiude con un nono posto che è sicuramente una grossa delusione per la ciclista piemontese, tra le favorite alla vigilia.La classifica finale
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