Di quale Elodie parliamo?
«Quella di Sanremo, non vedo l'ora di andarci, mai avuta così tanta».
Oppure quella del cinema?
«La scelta di Mario Martone mi ha spiazzato, recitare in Fuori è stata una sfida e sono contenta di aver lavorato con Valeria Golino e Matilda De Angelis, due attrici che amo».
Infine c'è il Calendario Pirelli.
«Non mi sono tirata indietro, amo la fotografia e amo il nudo, ma questa non è una novità».
Elodie ha 34 anni ed è una delle artiste più poliedriche in circolazione perché non ha paura di mettersi in gioco e di sfidare le (eventuali) critiche: «Non ce la faccio a limitarmi, sono piena di energia». Arriva al Festival di Sanremo con il brano Dimenticarsi alle 7 «che non è autobiografico perché io non scrivo i miei testi, ma racconta situazioni nelle quali mi sono trovata molte volte». E lo fa con uno spirito che, come si è capito nella chiacchierata dell'altra sera a Milano, è più rotondo e compatto dell'ultima volta, più consapevole e quindi lucido: «Ho cercato di allineare le canzoni alla vita», dice sorridendo.
Quanto conta fare l'attrice?
«Con il cinema capisco di più anche me stessa. Al di là dell'estetica del viso, io mi sento storta, imperfetta. E la recitazione mi ha insegnato a convivere con l'idea che si può sbagliare. Per me, che sono una perfezionista, è fondamentale».
Quale ruolo vorrebbe, se potesse scegliere?
«Quella di una donna antagonista. Le donne antagoniste sono più profonde e tridimensionali. Mi piacerebbe approfondire qualche follia, magari interpretare un'assassina, insomma esplorare vite che non mi apparterranno mai».
Prossimo film?
«Ho girato Performance di Lucio Pellegrini con Adriano Giannini e Eduardo Scarpetta. Ho un ruolo nel quale ho potuto sperimentare».
Anche i due concerti negli stadi (8 giugno San Siro di Milano e 12 giugno Maradona di Napoli) sono un esperimento.
«Spero che siano pieni, se non c'è l'esaurito pazienza. Ogni concerto sarà diviso in quattro momenti nei quali mi racconto in quattro modi diversi, mi viviseziono».
In sostanza il palco sarà come un set.
«Saranno quattro set diversi nei quali vorrei abbracciare un po' tutto ciò che sono e sono stata, da quello che ho fatto ad Amici al primo Sanremo fino a oggi».
Ci saranno ospiti?
«Senz'altro».
Tiziano Ferro, con il quale ha cantato da poco Feeling?
«Se verrà in Italia io di sicuro lo invito».
Qual è stata la prima svolta della sua carriera?
«Qualcuno, non so in base a cosa, mi aveva considerato come se fossi una sorta di nuova Mia Martini, ma io non mi sentivo in quel ruolo, pensavo di essere davvero un'altra cosa. Ho parlato con qualche produttore e poi mi sono costruita una squadra con il primo che ha capito che cosa volessi, ossia Jacopo Pesce».
Com'è il brano che porta in gara al Festival?
«La guida musicale è elettronica, direi anche potente, io amo l'elettronica, è la mia forma di meditazione, faccio dei viaggi con l'elettronica. Invece lo stile vocale è più ispirato alla musica leggera di tanti anni fa».
Si ispira a Mina?
«Non ci sto, sono paragoni che non mi permetto neanche di fare».
Vita privata.
«Accompagno Andrea (Iannone - ndr) a quasi tutte le gare ma mi viene l'ansia a sentire tutti quei rumori, quei motori al massimo, mi viene un'ansia... Comunque litighiamo perché io odio la velocità».
Difficile da dire a un pilota motociclistico.
«Gli impongo di non superare i limiti, massimo 120 all'ora. Però quando torna ai box dopo le gare, tutto sudato e stropicciato, beh è sexy».
Al Festival ritrova Carlo Conti, che la fece debuttare all'Ariston.
«Lui ha un modo molto sereno, mi piace».
E lei si piace?
«In questo momento
non mi sto allenando, so' stanca. Faccio stretching e un po' di pesetti per queste gambettine secche. Ma mi piace anche vivere. Se devo allenarmi, e tra poco tornerò a farlo, allora mi alleno. Altrimenti mi godo la vita».
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