«Il cinema mi rifiuta Ricomincio con tv e teatro»

La bella attrice si lamenta: «Sul set chiamano sempre gli stessi. Quindi lavorerò per Sky, basta con le fatine ora mi trasformo in dark lady»

Lucio Giordano

da Roma
Signora Falchi, cosa le ha insegnato l'esperienza giudiziaria in cui è stato coinvolto suo marito Stefano Ricucci?
«A tirare fuori la grinta. Ho vissuto 87 giorni di passione, se non avessi avuta l’anima da vichinga non so come sarebbe andata a finire».
Anna Falchi è in questi giorni a Roma, dove sta registrando le otto puntate di Danger Zone, un ciclo di film che andrà in onda ogni mercoledì in seconda serata su Sky Cinema Max. Nei panni di una dark lady, prima di ogni pellicola, racconterà la trama in tre minuti, ammiccando al telespettatore appassionato di film gialli, horror, d’azione.
Questo è il suo primo impegno professionale all’indomani della scarcerazione del marito, arrestato il 18 aprile scorso per aggiotaggio e rivelazione di segreti d’ufficio nell’inchiesta Rcs. Un modo anche per ricominciare a vivere normalmente. In coppia. Ricucci è con lei. Camicia blu e pantalone bianco, nelle pause della registrazione le carezza il braccio, a pranzo la porta al ristorante e tornati negli studi di produzione, non la perde di vista un istante. È dimagrito di dodici chili e il suo cuore, come spiega la Falchi, fa le bizze. Ma non è questo. Del Ricucci liberato colpisce un’altra cosa: l’atteggiamento. Ora è mansueto, un po’ spaesato. Non solo. A chi conosceva la coppia prima della vicenda giudiziaria, non può sfuggire un particolare: i ruoli pare si siano invertiti.
Sembra che adesso sia lei a guidare il rapporto. È cosi signora Falchi?
«Forse. O forse Stefano è solo stanco, in questo momento. Ma si riprenderà».
Qual è stato il momento più duro di questi 87 giorni vissuti nella bufera?
«Ovviamente il giorno dell’arresto di Stefano. Ma anche festeggiare il mio compleanno da sola non è stato facile».
Si è lamentata di esser stata abbandonata al suo destino, in questi 87 giorni. Lo stesso è capitato a suo marito. È così?
«Abbandonata forse no, però ho avuto parole di conforto solo da Maurizio Costanzo e da Fiorello. Per il resto, niente. Per fortuna avevo la mia famiglia al fianco: mia madre, mio fratello Sauro».
Perché proprio a me. Se lo è mai chiesto?
«Credo molto in Dio. Evidentemente era scritto che dovessi percorrere un cammino accidentato. Importante era trarre dei vantaggi da questa tempesta».
Quali vantaggi?
«Eravamo in crisi. Dopo questa vicenda siamo tornati ad amarci. Soprattutto ho capito che ci sono enormi differenze tra fidanzamento e matrimonio. Prima del carcere Stefano e io vivevamo in maniera meno profonda il nostro rapporto. Ora siamo una sola cosa. È come se ci fossimo sposati una seconda volta. Con più consapevolezza».
Altre donne probabilmente al posto suo, avrebbero mollato. La sua vicenda ricorda da vicino quella di Valeria Marini con Vittorio Cecchi Gori...
«Sono due realtà diverse. E poi la Marini ha detto di essermi amica salvo dimenticarsi di invitarmi anche alla sua festa di compleanno».
C’è stato un momento tenero che ricorderà per sempre degli 87 giorni più duri della sua vita?
«L’incontro con tre ragazze che avevano parenti e compagni a Regina Coeli: "Non fare caso a quello che scrivono i giornali. Continua così, stai vicina al tuo uomo". Mi sono commossa. Come mi commuovevano i commenti della gente comune. Un giorno uno si è avvicinato per dirmi: "Mi eri antipatica. Ti ho rivalutata con il tuo comportamento"».
E adesso si ricomincia. Perché proprio con Sky?
«È una tv che seguo moltissimo. In casa ho il Tg 24 sempre acceso, mi piace molto la programmazione cinematografica. E poi vestire i panni di questa dark lady forte, diabolica e maledetta, che un poco mi somiglia, mi divertiva. Dopo aver interpretato fatine e principesse, finalmente un ruolo diverso. Senza contare che in un momento del genere mi sono sentita coccolata come mai mi era capitato nella mia carriera. Chissà: quella con Sky potrebbe essere l’inizio di una collaborazione duratura».
Nella sua carriera ha mai ricevuto proposte indecenti?
«Certi scambi sono sempre esistiti, non è una novità. E le rivelazioni su vallettopoli, dunque, non mi hanno scandalizzata. Ma per quanto mi riguarda ho sempre fatto tanti provini nella mia vita, seguendo corsi di dizione e portamento: la strada migliore. Inoltre ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare subito con i grandi, come Fellini e Dino Risi».
E adesso ne fa più di cinema?
«Mi piacerebbe ma lì lavorano sempre gli stessi».
Intanto in autunno, al fianco di Marco Bonini vestirà i panni di Julia Roberts nella trasposizione teatrale di Notting Hill, nel quale potrà toccare con mano se la gente le è davvero vicina.


«Sì, dai tempi di A piedi nudi nel parco, interpretato tre anni fa, ho sempre avuto un ottimo rapporto con il palcoscenico, che considero la miglior palestra per un attore. Debutterò il 18 ottobre a Messina e girerò l’Italia per tre mesi. Dopo si vedrà. Perché ormai vivo alla giornata».

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