Cinema, il rammarico di Morandini per 60 film italiani belli e invisibili

L'anziano e vitalissimo critico cinematografico presenta l'edizione 2011 del suo dizionario, vera bibbia per gli appassionati. «Dal 2000 una mezza dozzina di buone pellicole italiane all'anno è restata senza la visibilità che avrebbe meritato. anno

«Negli ultimi dieci anni c'è stata ogni anno una mezza dozzina di film invisibili, film italiani che avrebbero meritato una qualche reale visibilità». Lo denuncia Morando Morandini, con tutto il vigore e la passione dei suoi vitalissimi 86 anni, che ne fanno il «vicedecano» dei critici cinematografici italiani, superato di tre anni solo da Gian Luigi Rondi. Negli ultimi dieci anni è diventato popolare come autore di un dizionario del cinema noto col suo nome, «Il Morandini», di cui Zanichelli pubblica una nuova edizione aggiornata ogni anno.
Come tutti gli anni, spiega presentando il volume 2011 uscito da poco, entrano circa seicento nuove schede di film e ne escono almeno un migliaio per fare loro posto. «Cosa leviamo? Potrei fare l'esempio di tante commediole leggere fast food, tipo quelle con Jennifer Lopez, che decidiamo di eliminare dopo il primo passaggio in tv», spiega la figlia Luisa Morandini, che dal 1998 collabora con lui all'impresa. E precisa che dei film eliminati sul libro resta solo il titolo, a testimonianza della loro presenza e del fatto che invece, nella versione su Cd-rom quelle schede restano consultabili e così su quella messa on line da quest'anno, il cui codice di accesso viene consegnato a chi compra il libro.
Il Morandini 2011 comprende 24.000 film usciti sul mercato italiano dal 1902 all'estate 2010 (fino alla Mostra del Cinema di Venezia). L'autore confessa di usare ancora la sua vecchia macchina da scrivere, «ma non è detto che non impari, nonostante l'età, finalmente a usare il Pc con l'aiuto di una mia nipote».
Morandini sostiene che la qualità del cinema italiano è buona, ha vissuto una ripresa e, anche se nell'ultima stagione, non ha trovato capolavori cui dare le rare «5 stelle» (il massimo giudizio critico dell'opera, proprio di poco più di una settantina di titoli in più di 100 anni di film) ma, per restare alle opere italiane, due ne hanno avute 4: «L'uomo che verrà» di Giorgio Diritti e «Lo spazio bianco» di Francesca Comencini.

«In tutti i primi dieci anni del 2000 si sono guadagnati cinque stelle - conclude Morandini - solo cinque film e uno solo italiano, "Vincere", mentre gli altri quattro sono "Departed" di Scorsese, "History of violence" di Cronemberg, "Volver" di Almodovar e "Gran Torino" di Eastwood».

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