Anna Karenina, tutte le differenze tra il capolavoro di Tolstoj e il film

Anna Karenina è tanto un classico della letteratura quanto della settima arte: per questo il regista Joe Wright ha cercato in ogni modo di offrire al pubblico una visione personale della storia

Anna Karenina, tutte le differenze tra il capolavoro di Tolstoj e il film

Tratto dall'omonimo e famoso capolavoro di Lev Tolstoj, Anna Karenina è il film del 2012 diretto da Joe Wright che va in onda questa sera alle 21.10 sul canale La5. Candidato agli Oscar del 2013 nella categoria destinata ai Migliori Costumi, il film rappresenta anche il debutto cinematografico della modella Cara Delevingne, recentemente apparsa nella serie di Prime Video, Carnival Row.

Anna Karenina, la trama

Nella fredda Russia dell'Ottocento la bella Anna Karenina (Keira Knightley) deve affrontare la quotidianità di un matrimonio in cui non si sente né compresa né felice, costretta com'è dall'adesione del marito (Jude Law) alle rigide regole dell'etichetta. La sua vita, però, si accende di una scintilla di speranza quando nella monotonia dei suoi giorni e durante un viaggio intrapreso per salvare il matrimonio del fratello, fa irruzione il Conte Vronskij (Aaron Taylor-Johnson), che la porterà a provare sentimenti che credeva ormai morti e sepolti. Tuttavia Anna sa che cedere alle lusinghe di un sentimento tanto travolgente significherebbe chiudere una volta per tutto il suo matrimonio ed essere soprattutto allontanata dall'amore del figlio Serëža. Divisa tra gli sguardi voraci di una società che sembra non vedere l'ora di guardarla precipitare e di un marito innamorato ma in qualche modo tiranno, Anna Karenina dovrà trovare un modo per vivere la vita con quella libertà che continua a inseguire.

La visione di Joe Wright

Anna Karenina è una di quelle opere considerate un capolavoro non solo per la qualità della scrittura del suo autore o per la capacità di Lev Tolstoj di fotografare la Russia di quel tempo e l'ipocrisia che si nasconde dietro le regole della buona società, ma soprattutto per la sua capacità di sfidare persino il trascorrere del tempo, di vincere la prova contro l'oblio e di diventare una colonna portante della letteratura internazionale. Lo dimostra il fatto che Anna Karenina sia una di quelle storie che il grande pubblico sembra aver appreso quasi per osmosi e che ormai fa parte dell'immaginario collettivo, tanto che nessuno ormai finge di non conoscere quale sia il tragico destino dell'eroina del romanzo. Con queste premesse, per un regista può essere davvero molto difficile avvicinarsi a una trasposizione cinematografica. Non solo per la difficoltà di trasporre le tante sfumature della condizione umana che Tolstoj ha messo su carta, ma anche per la vastità di versioni che sono state tratte dall'opera stessa. Nel caso di Anna Karenina, nello specifico, quando Joe Wright si è messo dietro la macchina da presa sapeva di avere alle spalle numerose pellicole tratte dal libro di Tolstoj. La prima trasposizione risale addirittura al primo decennio del Novecento, quando il cinema era ancora una creatura appena nata e colore e sonoro erano ancora lontani.

Come fare per lasciare il proprio marchio in una storia che aveva avuto già così tante versioni? Partendo dal presupposto che ogni regista che sia anche un autore ha un suo stile riconoscibile, Joe Wright ha scelto di trattare l'opera come se fosse uno spettacolo teatrale e, in questo modo, ha creato una sorta di mise en abyme nello spettatore, che guarda il film ma in realtà si trova come se stesse guando una piéce, con tanto di quinte e scenografie che scorrono sui binari, come nella miglior tradizione teatrale. Joe Wright ha preso dunque il dramma della protagonista Anna e ne ha fatto un dramma in senso tecnico. Una scelta che si sposa anche con la decisione azzeccata di mostrare l'artificiosità di scenografie e inquadrature, proprio per restituire a chi guarda la sensazione di una meccanicità di fondo insita nella società, che non agisce in modo naturale per seguire i propri sentimenti, ma in realtà lo fa in modo artefatto e meccanico, insincero e falso. Mentre i costumi richiamano la tradizione dell'opera ottocentesca, il regista crea una frattura con la messainscena, che aiuta anche a comprendere la modernità di un'opera come Anna Karenina, che continua ad essere attuale.

In questo modo, con i suoi soliti primi piani intimi e i movimenti di macchina improvvisi che caratterizzano il suo cinema, Joe Wright è riuscito a fare una trasposizione che fosse rivoluzionaria e tradizionale al tempo stesso, creando un'opera di altissimo livello.

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