Non è di certo il più famoso tra i film realizzati da Tim Burton, eppure Big Eyes è una pellicola che ha il merito di portare a conoscenza del grande pubblico una storia vera che ha dell'assurdo. La pellicola, che va in onda questo pomeriggio alle 14.11 su Iris, rappresenta il secondo lungometraggio biografico nella filmografia del regista di Mercoledì. Si era già cimentato nel genere quando aveva diretto Johnny Depp nei panni di Ed Wood, il regista considerato il peggiore della storia del cinema.
Big Eyes, la trama
Margaret Ulbrich (Amy Adams) è una donna che sembra sapere quello che vuole e che non sembra avere alcun problema ad andare contro le regole della società degli anni Cinquanta. La donna, infatti, decide di lasciare il marito e abbandonare un matrimonio infelice per trasferirsi a San Francisco, culla degli artisti, insieme alla figlia per inseguire il sogno di vivere attraverso la propria arte. Nella baia, Margaret conosce Walter Keane (Christoph Waltz), un pittore che rimane affascinato dai quadri di Margaret, tutti incentrati su personaggi con grandissimi occhi. Quando l'ex marito minaccia di chiedere l'affidamento della figlia, Margaret accetta di sposare Walter, nonostante i consigli dell'amica Dee-Ann (Krysten Ritter). Tuttavia il matrimonio si rivela essere una strategia con cui Walter si appropria della paternità delle opere della moglie, costringendola in una rete di bugie e frustrazione.
La vera storia dietro il film
Non sorprende che Tim Burton abbia scelto come soggetto per uno dei suoi film la storia di Margaret Keane. Lo stile della pittrice - morta a 94 anni nel 2022 - è uno stile che ricorda molto quello di Tim Burton, con personaggi dai grandi occhi e dall'aria vagamente vittoriana, che sembrano essere spaventosi e innocenti al tempo stesso. Inoltre, come ricorda Coming Soon, il regista era già un fan dell'artista, ancor prima di renderla il cuore di Big Eyes. Addirittura le commissionò un ritratto della sua ex moglie, Helena Bonham Carter. Soprattutto, però, ad affascinare il regista è stata la vera storia della "Signora Keane", che per lungo tempo ha lasciato che il marito si vantasse della paternità delle opere della pittrice, rubandole di fatto il merito di aver realizzato quelle opere.
Margaret e Walter, secondo la ricostruzione di Biography, si conobbero nel 1953 ad un'esposizione. La pittrice rimase immediatamente affascinata da questo nativo del Nebraska che aveva viaggiato in Europa alla ricerca di ispirazione, cercando di imparare a dipingere. Due anni dopo i due erano già marito e moglie e Walter cominciò a lavorare nel mondo dell'arte, vendendo i quadri della moglie al club The Hungry I. Margaret ricordò questa fase della vita in un'intervista col The Guardian in cui disse: "Mi fece sedere in un angolo e lui era là a parlare e a vendere quadri. Poi qualcuno è venuto da me e mi ha chiesto: 'Dipingi anche tu?' Ed è stato in quel momento che, in pieno choc, ho pensato: 'Si sta prendendo il merito dei miei dipinti?'" Venne così fuori che Walter Keane si prendeva ormai da tempo il merito di aver dipinto i vari "big eyes", spiegando di essere stato ispirato a realizzarli dai volti tristi dei bambini che aveva visto nelle strade berlinesi durante il suo soggiorno europeo. Una volta scoperto l'imbroglio Margaret affrontò suo marito, chiedendogli di smetterla. Ma Walter, che era un uomo affascinante con la capacità di ribaltare la situazione, le spiegò che se avessero rivelato la verità le persone avrebbero finito col far loro causa. Così chiese a sua moglie di insegnargli a dipingere i vari big eyes. Margaret Keane, incredibilmente, accettò questo patto demoniaco: privata della paternità della sua opera, costretta a mentire e, soprattutto, a insegnare qualcosa a quello che era diventato l'aguzzino della sua arte. Ma il punto è che Walter non riusciva davvero a fare i dipinti come sua moglie e molto spesso, sempre secondo il The Guardian, si arrabbiava con Margaret, accusandola di non essere brava a spiegargli le cose. Margaret continuò ad accettare la situazione: lei dipingeva quadri che diventavano famosissimi e Walter batteva cassa. Per otto anni la donna continuò a vivere un matrimonio terribile, umiliante, dove subiva vari abusi psicologici ed era costretta a stare sempre sola. Alla fine riuscì ad ottenere il divorzio. Poi, nell'ottobre del 1970, la donna parlò con un reporter a cui raccontò tutto.
Walter passò all'attacco e cercò di difendersi dall'accusa, ma Margaret era ormai decisa a dimostrare la verità e trascinò l'ex marito in tribunale, dove finalmente poté dimostrare che tutti i quadri erano stati realizzati da lei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.