Quel film "fracassone" non amato dalla critica: torna il mito di Independence Day

Premiato da incassi da record, il film è stato pesantamente criticato per la sua trama poco coerente. Nonostante tutto è diventato un classico degli anni '90

Quel film "fracassone" non amato dalla critica: torna il mito di Independence Day
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Gli anni ’90 hanno rappresentato un momento di grande espansione per i blockbuster movie, e Independence Day è uno di questi. È stato diretto da Ronald Emmerich nel 1996, che successivamente porterà al cinema Day after tomorrow e 2012, e ha visto nel cast l’iconico Will Smith nel suo primo ruolo (veramente) importante dopo Willy, il principe di Bel-Air, senza dimenticare un giovanissimo Bill Pullman e l’iconico Jeff Goldblum. Un film che fin dalla sua apparizione al cinema ha dominato i box office, diventando un vero e proprio successo di pubblico, nonostante le recensioni da parte della critica alquanto impietose. Di così grande impatto che negli anni è diventato un appuntamento fisso in tv, racimolando un consenso dopo l’altro nelle tante repliche sulle nostre reti. Ed è proprio Independence Day il film che apre il mese di dicembre, tornando in prima serata su Italia Uno.

Al centro della storia c’è un’improbabile invasione aliena su scala globale. L’attenzione si focalizza su un gruppo di personaggi che vivono a New York e su come cercano di affrontare e sconfiggere la minaccia che proviene dalle stelle. È il presidente degli Stati Uniti d’America, dopo la caduta di Washington, che cerca di mettere insieme una squadra di esperti – tra militari e scienziati – per fermare gli invasori e proclamare un “nuovo” giorno dell’Indipendenza. Il film, oltre a essere ricco di effetti speciali che, per l’epoca, erano all’avanguardia, è arricchito anche (e soprattutto) da una pungente ironia e dalla classica retorica sul sogno americano e sull’american way of life. Nonostante ciò, Independence day si è difeso molto bene al botteghino arrivando a sfiorare i 307 milioni di dollari di incassi, scalzando il primato di Mission: Impossible. Fu però molto criticato per diverse ragioni.

Molti hanno puntato il dito sulla trama in sé, troppo semplice e troppo banale per regalare enfasi ai personaggi, e anche sul fatto che il film fosse troppo "fracassone" per risultare coerente. Nel mirino, inoltre, è finita la scena finale in cui Will Smith insieme a Jeff Goldblum si spingono nell’astronave madre per debellare la minaccia. Le critiche inclusero il fatto che si è ritenuto poco plausibile che, una civiltà superiore alla nostra e in grado di dominare l'umanità, venisse debellata da un banale virus per computer. Il regista si è difeso e ha spiegato che ha solo voluto regalare al pubblico una visione più moderna e contemporanea al mito di H.G.

Wells, il primo che ha parlato di un’invasione aliena, ispirandosi al romanzo e al film omonimo del 1953. Nel 2016 è stato anche realizzato un sequel ma non ha avuto lo stesso impatto sul pubblico, facendo sfumare l’idea di una trilogia.

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