Indiana Jones e il tempio maledetto tra paure e sedativi: la scena degli insetti

Indiana Jones e il tempio maledetto è il secondo capitolo della saga dedicata al personaggio interpretato da Harrison Ford ed è, forse, quello con più scene iconiche e memorabili. Come, ad esempio, quella degli insetti

Indiana Jones e il tempio maledetto tra paure e sedativi: la scena degli insetti
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Mentre in sala sta per arrivare Indiana Jones e il quadrante del destino, questa sera, alle 21.20 su Italia 1, va invece in onda Indiana Jones e il tempio maledetto, secondo capitolo della saga ideata da George Lucas e Steven Spielberg e incentrata su un professore di archeologia con il pallino dell'avventura. La particolarità di Indiana Jones e il tempio maledetto è quella di essere in realtà un prequel, dal momento che gli eventi narrati nel lungometraggio sono antecedenti a quelli che avvengono i I predatori dell'arca perduta.

Indiana Jones e il tempio maledetto, la trama

Il film si apre nel 1935, in una Shangai notturna e mondana. Indiana Jones (Harrison Ford) si trova lì per condurre uno scambio: recuperare un diamante in cambio delle ceneri dell'imperatore che interessano al criminale Lao Che, proprietario anche del locale in cui l'archeologo si trova. Tuttavia le cose prendono subito una piega sbagliata e quando Lao Che tira fuori l'artiglieria pesante, Indiana Jones riesce ad avere la meglio per il rotto della cuffia. Durante la fuga, l'archeologo porta con sé la cantante Willie Scott (Kate Capshaw) e Shorty (il Ke Huy Quan vincitore dell'ultimo premio Oscar come Miglior Attore Non Protagonista). Sarà proprio il giovanissimo Shorty a portare via Indiana Jones da Shangai, a bordo di un aereo. Anche in questo caso, però, i piani sono destinati a cambiare quando il mezzo è costretto a un atterraggio di fortuna su un'isola tibetana. Qui i "dispersi" scoprono di essere nei pressi di un villaggio maledetto, dove la vita dei bambini è messa a rischio da una fonte di potere maligno che sembra arrivare da quello che è noto come Palazzo di Pankot.

Come è stata realizzata una delle scene più iconiche del film

Sembra esserci una regola non scritta, nel mondo dell'intrattenimento, secondo la quale quando si realizza una saga nel formato della trilogia, il secondo capitolo è sempre quello meno riuscito. Si tratta in genere di un capitolo che viene preso sottogamba dai produttori prima ancora che dal pubblico, perché di solito viene concepito come una tappa, un prodotto di transito che ha il solo compito di unire il prologo del primo capitolo con il climax del terzo. Questo discorso, che è spesso valido quando si ha a che fare con le trilogie cinematografiche, non si applica affatto alla trilogia originale di Indiana Jones, in cui ogni film non solo può essere fruito come se fosse un prodotto a sé stante, ma rappresenta di per sé un piccolo gioiello della storia del cinema. Come se non bastasse, poi, Indiana Jones e il tempio maledetto è un secondo capitolo sui generis, dal momento che non serve a far avanzare la storia, visto che è ambientata prima del primo capitolo. Insomma, c'erano tutte le possibilità che Indiana Jones e il tempio maledetto fosse un flop, qualcosa che avrebbe deluso le aspettative del pubblico o che venisse velocemente dimenticato. Invece non solo questo non è successo, ma il secondo capitolo della saga dedicata al personaggio di Harrison Ford è forse tra i più amati della serie e anche quello con più scene iconiche che sono entrate quasi di prepotenza nell'immaginario collettivo.

Tra queste, senza dubbio, c'è quella degli insetti. La scena inizia quando Indiana e Shorty si avventurano al buio dentro una cavità. "Sembra di camminare sui biscotti" dice Shorty, prima che Indiana Jones accenda un fiammifero, illuminando così il pavimento interamente ricoperto di insetti, tra blatte, cavallette, insetti stecco e chi più ne ha più ne metta. Per scappare a questo terribile mare di creature del sottobosco i due si rifugiano in una stanza, solo per scoprire troppo tardi che si tratta di una stanza senza uscita, che è stata ideata per uccidere i forestieri. È a questo punto che interviene Willie che, raggiunta dalle richieste d'aiuto dei due intrappolati, scende a sua volta nella cavità e anche lei si trova costretta a fronteggiare gli insetti che le camminano addosso. Ma come è stata realizzata questa scena? Gli insetti sono stati aggiunti digitalmente? La risposta la dà il sito dell'Internet Movie Data Base, che spiega come l'attrice Kate Capshaw, l'interprete di Willie, non ha potuto affatto fare affidamento sui miracoli della tecnologia. Al contrario, ha dovuto realizzare la scena con più di duemila insetti che le si muovevano intorno e addosso. La donna, spaventata a morte da questo genere di animali, era immobilizzata dalla paura all'idea di dover affrontare una scena di questo tipo.

La sua paura era tale che la produzione ha acconsentito a farle prendere dei sedativi prima di iniziare a girare, di modo da arginare un po' di quella paura che le avrebbe reso altrimenti difficile recitare. Secondo la testimonianza dell'attrice stessa, l'idea si è dimostrata vincente, perché i sedativi hanno fatto il loro lavoro e lei ha potuto portare a termine la ripresa.

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