Il presidente, il film in cui Michael J. Fox nascose la sua malattia per paura

Il presidente - Una storia d'amore è un film incentrato su una grande storia d'amore, ma è soprattutto una pellicola in cui Michael J. Fox ha dovuto tenere nascosta la sua malattia per paura di essere licenziato

Il presidente, il film in cui Michael J. Fox nascose la sua malattia per paura

Il presidente - Una storia d'amore è il film del 1995 diretto da Rob Reiner che va in onda questa sera alle 21.10 su La5. La storia vede come protagonista un presidente fittizio degli Stati Uniti d'America e l'accuratezza della ricostruzione della Casa Bianca è data, secondo Coming Soon, dalla possibilità che il cast ha avuto di visitare la dimora residenziale grazie al permesso concesso dall'allora presidente Bill Clinton.

Il presidente - Una storia d'amore, la trama

Andrew Shepherd (Michael Douglas) è il presidente degli Stati Uniti, un uomo che cerca di guidare il paese più potente del mondo mentre, al contempo, è alle prese con la tragedia che si è abbattuta sulla sua vita personale. Rimasto da poco vedovo, infatti, l'uomo deve trovare un modo per prendersi cura della figlia Lucy, mentre ricopre uno dei ruoli politici più difficili e dibattuti. Per cercare di restare a galla, Andrew si circonda di collaboratori su cui crede di poter contare ciecamente: A.J. MacInerney (Martin Sheen), Robin McCall (Anna Deavere Smith), il consigliere Lewis Rothschild (Michael J. Fox), Janie Basdin (Samantha Mathis) e Leon Kodak (David Paymer), esperto in sondaggi. Con le rielezioni che si avvicinano Andrew comincia una compagna elettorale che lo porterà a incrociare la strada del legale Sydney Ellen Wade (Annette Bening), che non sconvolgerà solo il suo piano politico. E proprio quando il presidente comincia a ricostruire la sua vita personale, il suo nemico politico (Richard Dreyfuss) è pronto a mettergli i bastoni tra le ruote.

La paura di Michael J. Fox

Quando Il presidente - Una storia d'amore cominciò la sua produzione, Michael J. Fox era già un divo in ascesa e un nome molto amato nell'ambito della settima arte. Dopo essere apparso in più di centosettanta episodi della serie Casa Keaton, l'attore aveva intrapreso un sentiero molto favorevole alla sua riuscita nel mondo istrionico. Michael J. Fox, infatti, tra il 1985 e il 1990 aveva preso parte ad alcuni progetti cinematografici destinati a diventare dei veri e propri cult, che hanno resistito alla prova del tempo. È il caso, naturalmente della trilogia di Ritorno al futuro, ma anche di film come Voglia di vincere e Il segreto del mio successo. Con il suo volto pulito, l'aria simpatica e una bravura innegabile, Michael J. Fox si era ritagliato uno spazio più o meno ampio nel cuore degli spettatori, che sarebbero stati pronti a seguire qualsiasi suo progetto. Dopo aver lavorato al fianco con Sean Penn in Vittime di guerra e aver preso parte a film campioni di incassi come Caro Zio Joe o Amore con interessi, sembrava che nulla potesse fermare l'ascesa dell'attore. Finché non arrivò la diagnosi di Parkinson. La notizia arrivò durante le riprese del film Doc Hollywood, quando l'attore, appena ventinovenne, notò uno strano tremito a un dito della mano che non riusciva a controllare. Da lì alla diagnosi il passo fu breve.

In un primo momento l'attore decise di tenere nascosta la sua condizione medica, pensando che il Parkinson avrebbe distrutto la sua carriera. Una paura che Michael J. Fox ha affrontato anche quando si è proposto per il cast de Il presidente - Una storia d'amore. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, Michael J. Fox era terrorizzato all'idea che la produzione potesse scoprire la sua malattia durante le riprese, il che avrebbe potuto significare la perdita del lavoro. La grande paura dell'attore era proprio che il regista decidesse di sostituirlo per il ruolo del consigliere, se si fosse accorto dei tremiti che Michael J. Fox cercava di tenere sotto controllo con l'aiuto di alcuni dei medicinali che gli erano stati prescritti dal medico. Una paura che era dovuta soprattutto alla presenza di alcuni controlli fisici quotidiani fatti sul set: Michael J. Fox temeva che potessero essere questi test a far emergere tutto quello che cercava di nascondere. Tuttavia l'attore riuscì ad aggirare l'ostacolo prendendo le sue medicine, di modo che dai controlli non risultasse nulla fuori dall'ordinario che potesse far preoccupare il team medico della produzione.

Come sta ora Michael J. Fox?

Come ricorda Fox4News, Michael J. Fox ha tenuto la sua malattia nascosta fino al 1998, quando ne parlò per la prima volta pubblicamente. Da quel momento in poi, con la carriera da attore che subì un rallentamento a causa delle problematiche legate alle condizioni fisiche, Michael J. Fox ha continuato a impegnarsi per incrementare la ricerca sul Parkinson, lanciando anche la fondazione The Michael J. Fox Foundation for Parkinson's Research che ha ricevuto il plauso del New York Times, che l'ha definita una delle fondazioni migliori sulla ricerca al Parkinson. Dopo aver abbandonato la serie Spin City nel 2000, Michael J. Fox ha continuato a lavorare soprattutto in veste di doppiatore, prestando la sua voce in progetti come Stuart Little o Atlantis - L'impero perduto. Nel 2004 torna sul piccolo schermo nella sottovalutata Scrubs - Medici ai primi ferri, in cui interpreta il dottor Kevin Casey.

Per rivederlo vestire i panni di un protagonista bisogna però attendere il 2013 quando sul piccolo schermo fa la sua apparizione la sitcom The Michael J. Fox Show che, a dispetto dell'alta qualità, non riesce a convincere il pubblico e viene cancellata a causa dei bassi ascolti. Dopo aver preso parte anche a serie tv di successo come The Good Wife, Michael J. Fox ha continuato a lavorare anche lontano dal palcoscenico, firmando anche quattro libri, di cui il più recente è stato pubblicato in Italia nel 2022 da Tea con il titolo di Il futuro è stato bellissimo. Recentemente Michael J. Fox è salito sul palco del SXSW Festival dove è stato presentato il documentario Still: A Michael J.

Fox Movie, diretto da David Guggenheim, un documentario incentrato sulla vita dell'attore, sugli alti e bassi di una carriera che non ha lesinato sugli ostacoli da affrontare ma che ha permesso a Michael J. Fox di diventare anche un simbolo di resistenza, senza però aver bisogno della pietà degli altri che, stando a quanto si legge sempre su Fox4News lui definisce "una forma benigna di abuso".

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