Vinitaly 2025, i nostri assaggi: i rossi

Ultima puntata delle note di degustazione delle etichette da noi assaggiate alla kermesse veronese. Oggi l’Amarone Maternigo di Tedeschi, il Barolo Bussia di Parusso, il toscano Il Borro, il Montefalco Sagrantino di Scacciadiavoli, il Vigna Pianali Bolgheri di Tenuta Meraviglia, il Malbech Gli Aceri e il Tasca d’Almerita Etna Rosso Contrada Pianodario

Vinitaly 2025, i nostri assaggi: i rossi

Quarta e ultima puntata del viaggio tra i migliori vini da noi degustati nel corso dell’ultimo Vinitaly, sovltosi una settimana fa a Veronafiere. Stavolta tocca ai rossi.

Tedeschi Maternigo Amarone della Valpolicella Docg Riserva Partiamo da questa storica azienda della Valpolicella, che si fa risalire addirittura al 1630, anche se è dagli anni Sessanta del Novecento che c’è la spinta modernizzatrice di Lorenzo Tedeschi. Oggi l’azienda è guidata dai suoi figli, Sabrina, Antonietta e Lorenzo, che conservano lo spirito innovativo del brand. Il Maternigo è un Amarone della Valpolicella Docg Riserva prodotto con uve raccolte nel vigneto Barila, caratterizzato da una scarsa vigoria che dona forza e struttura. Le uve (40 per cento Corvina, 40 Corvinone, 20 Rondinella) sono appassite per quattro mesi in ambiente controllato, poi il vino matura in botti di rovere di Slavonia per quattro anni e completa l’affinamento per altri 12 mesi in bottiglia. Note fruttare e speziate, avvertibile scia balsamica, bocca elegante ed equilibrata, di giusta potenza e longevità.

Parusso Barolo Docg Bussia Famiglia di agricoltori diventati viticoltori nel 1971, sono molto legati al loro territorio, le Langhe, e lavorano molto sulle microzonazioni, che consentono di valorizzare ogni singolo centimetro delle vigne. Il Barolo Bussia Docg 2021 nasce dall’unione dei vigneti Rocche e Munie, con diverse esposizioni, e matura per diciotto mesi in piccole botti a contatto con i suoi lieviti. Coloro rosso rubino che volge al granato, note di frutta rossa, di spezie, balsamiche, mentolate. In bocca ha un incedere elegante, quasi nobile, con tannini setosi e un mirabile equilibrio.

Il Borro Igt Toscana L’azienda di Ferruccio Ferragamo, oggi curata dal figlio Salvatore, ha una magnifica tenuta che circonda il borgo medievale restaurato e che oggi ospita un magnifico relais. Naturalmente domina il Sangiovese, che nel vino “title track”, un Igt Toscana che a Verona abbiamo assaggiato nell’annata 2020, si sposa al Merlot e al Syrah. Il vino affina a lungo in botti da 20/30 ettolitri (il Merlot) e in barrique di primo o secondo passaggio (il resto) e ne esce splendido al naso (frutti rossi, spezie, pepe nero, chiodi di garofano) e fine e persistente in bocca.

Scacciadiavoli Montefalco Sagrantino Docg Una realtà umbra di grande “peso” per il territorio, guidata dal 1884 dalla famiglia Pambuffetti, giunta alla quarta generazione. Vigneti sparsi nei cinque comuni della Doc Montefalco (Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Bevagna, Castel Ritaldi e ovviamente Montefalco), una ricca carta di vini che comprende anche un interessante metodo classico (io ho assaggiato il Pas Dosé). Qui però parliamo del Montefalco Sagrantino Docg 2020, che dopo 18 mesi in botti grandi, medie e piccole, ne esce con un profumo caldo, di sottobosco e arancia sanguinella e muscoloso e potente in bocca, con tannini però piuttosto suadenti.

Tenuta Meraviglia Vigna Pianali Bolgheri Doc L’azienda bolgherese del gruppo Dievole produce alcune interessanti etichette tra le quali la più meritevole di menzione ci è apparso il Vigna Pianali, dall’unica parcella in cui le rioliti di San Vincenzo affiorano e diventano visibili. Un Cabernet Franc in purezza che vinifica in tini tronco-conici e affina in botti grandi di rovere non tostato per circa 24 mesi. Coloro rosso rubino, ha al naso note di piccoli frutti rossi, spezie, macchia mediterranea, menta, che virano su tostato, e una bocca imperiale, persistente, armoniosa.

Paladin Malbech Gli Aceri Veneto Igp Ci è piaciuta molto questa insolita interpretazione del classico vitigno bordolese che in queste terre si esprime davvero bene. Vinificato in purezza, affina per dodici mesi in barrique e per altri sei in botte grande; l’annata 2020 esibisce un colore rubino con riflessi granati, un naso di frutta con note balsamiche e tostate di tabacco e cacao, una bocca elegante e composta con tannini davvero ben pettinati. Notevole la persistenza e la promessa di longevità. Un vino pluripremiato, la prima medaglia d’oro risale a mezzo secolo fa.

Tasca d’Almerita Etna Rosso Doc Contrada Pianodario Un Nerello Mascalese in purezza da uve coltivate sulle magnifiche 99 terrazze delimitate da muretti a secco, collocate a 775 metri sul livello del mare, sul versante Nord del vulcano, la cui combinazione di fattori geologici e climatici garantisce una maturazione lenta. Un vino particolarmente delicato che a partire dalla vendemmia 2021 diventerà Pianodario Signature, un progetto che consentirà a dei ristoranti selezionati (per ora sedici italiani e uno tedesco) di selezionare la terrazza o la cella di Pianodario da cui nasceranno le bottiglie destinate unicamente al proprio locale.

Una personalizzazione radicale, che valorizza il Nerello Mascalese in purezza e l’identità di un luogo senza uguali. “Cerchiamo sempre – dice Alberto Tasca d’Almerita - approcci nuovi per valorizzare i territori che custodiamo, il nostro obiettivo è rinnovare la tradizione, rispettandola”.

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