"È positivo che tutti sappiano tutto di te? Così con Trap inganniamo il pubblico"

In occasione dell'anteprima nazionale il regista M. Night Shyamalan e l'attore protagonista Josh Hartnett raccontano i retroscena del film

"È positivo che tutti sappiano tutto di te? Così con Trap inganniamo il pubblico"
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Si intitola Trap il nuovo film scritto e diretto da M. Night Shyamalan, il regista che ha raggiunto il successo mondiale con l'horror Il sesto senso. Atteso in sala il prossimo 7 agosto, Trap è un lungometraggio che miscela gli stilemi del cinema horror con un'arguta riflessione sul potere dei social network e delle grandi dive della musica. Al centro del racconto, infatti, c'è Cooper (Josh Hartnett), un uomo che all'apparenza è solo un padre che sta accompagnando sua figlia al concerto della famosissima Lady Raven (Saleka). In realtà, però, Cooper è il Macellaio, un terribile serial killer a cui la polizia sta dando la caccia e che spera di catturare proprio durante il concerto. Il regista, dunque, gioca con la contrapposizione tra la condivisione e la fama estrema della cantante e il bisogno di nascondersi del protagonista.

In occasione dell'anteprima nazionale di Trap abbiamo potuto intervistare M. Night Shyamalan che, ai microfoni de il Giornale, ha spiegato proprio perché ha voluto affrontare questi due temi: la fama e l'isolamento. Ci ha detto: "Penso che funzionino bene, insieme. Sai è come quando vai in una grande città e ti senti solo. Vai a New York e ti senti solo, nonostante tutte le persone che ci sono. Ma in una piccola città… Tutti sanno che sei lì, tutti ti osservano. Ed è di questo che parlo. Il protagonista è in una folla e nessuno lo sta guardando. Guardano tutti verso il palcoscenico. E urlano e si stanno godendo il giorno più bello della loro vita. In un certo modo lui è invisibile lì, nessuno gli presta attenzione, ma sta avendo un'esperienza di isolamento, mentre tutti intorno a lui stanno vivendo questa cosa bellissima."

Naturalmente nella figura di Lady Raven, questa cantante famosissima capace di chiamare a raccolta migliaia di giovani fan, è pressoché impossibile non ritrovare la figura di Taylor Swift, che in questi ultimi mesi ha registrato numeri da capogiro con il suo The Eras Tour. Questo collegamento, naturalmente, ha portato a considerare Trap come una riflessione sul potere non solo dei social media, che ormai vengono riconosciuti anche come mezzi di informazione dai più giovani, ma anche sul potere del fandom, il proverbiale "zoccolo duro" all'interno di ogni comunità di fan. Alla domanda riguardo la presenza di un messaggio su questi nuovi aspetti della cultura contemporanea, M. Night Shyamalan ci ha spiegato: "Non direi che il messaggio riguardi il fandom. Il film riguarda piuttosto la riflessione se sia meglio attraversare la vita a compartimenti stagni e non permettere a nessuno di sapere chi sei veramente o vivere con i pro e i contro legati al fatto che tutti sanno qualsiasi cosa su di te. C'è un lato positivo in questo o no? E questi due modi di vivere sono in lotta l'uno con l'altro."

Da questo punto di vista si può affermare che Trap sia un film fatto di dicotomie e contrapposizioni. La fama e l'anonimato, il bisogno di farsi vedere e la necessità di nascondersi in bella mostra. Anche il protagonista, Cooper, è costruito su vari livelli di ambiguità. Egli stesso afferma di avere due vite, quella "normale" e quella da "serial killer". E questa sua duplicità si riversa anche nell'empatia del pubblico, che da una parte sa che Cooper è il cattivo della storia, ma, allo stesso tempo, si trova a tifare per lui, a sperare che riesca ad aggirare tutti gli ostacoli che lo stanno pian piano trasformando in un animale in gabbia. Di questa dicotomia abbiamo parlato con il protagonista Josh Hartnett (visto recentemente in Oppenheimer), chiedendogli quale fosse la sfida nel rappresentare un protagonista che è tante cose insieme. "Questo è l’inganno. Questo è uno dei trucchi del film," ci ha spiegato. "Insomma, tu dici chiaramente al pubblico che lui è un uomo davvero cattivo e nonostante ciò il pubblico arriva a sperare che lui riesca a farla franca. E credo che sia uno stratagemma degno di nota.

Nemmeno un trucco, ma proprio una capacità del regista di spingersi più in là di quanto ci si aspetti. E penso che dal punto di vista di un attore sia stata una vera sfida realizzare tutto questo facendo sì che fosse divertente allo stesso tempo."

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