Cinque spettacoli firmati Celestini

Parole e musica per raccontare il mondo del precariato. Dopo aver indagato la perdita dell’identità in fabbrica e in manicomio, Ascanio Celestini si volge all’«azzeramento che l’istituzione opera sui lavoratori precari» e sulla condizione degli operatori dei call center, «che stanno al telefono con la stessa crisi di presenza che attraversa uno che se ne va al funerale di suo fratello». Da questo sguardo nasce Appunti per un film sulla lotta di classe, il progetto che debutterà all’Ambra Jovinelli il prossimo 27 marzo (dove resterà fino al primo aprile) e, annuncia l’autore, diventerà un documentario.
Il lavoro sui lavoratori-ombra vede l’attore accompagnato sul palco da Roberto Boarini (violoncello), Gianluca Casadei (fisarmonica) e Matteo D’Agostino (chitarra) ed è inserito nella rassegna che l’Ambra Jovinelli gli dedica: «Antologica», cinque spettacoli in scena a cominciare da martedì prossimo. Questa la scaletta: dal 6 all’11 marzo, per la prima volta al teatro di via Giolitti, sarà rappresentato Fabbrica, la storia di tre generazioni di operai; dal 13 al 18 marzo, torna Scemo di guerra, il racconto della Liberazione di Roma ricostruito attraverso gli occhi del padre di Celestini; dal 20 al 25 marzo, La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico, storie di vita nei manicomi sulla base delle testimonianze di infermieri e medici.


Al Piccolo Jovinelli, invece, dall’8 al 25 marzo va in scena Le nozze di Antigone, il monologo di un Edipo novecentesco, scritto da Celestini e interpretato da Veronica Cruciani, che ne è regista assieme ad Arturo Cirillo.

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