Il paese si trova a poco più di cento chilometri da Roma e si raggiunge percorrendo lA2 fino al casello di Ceprano verso sud, prendendo la direzione verso Sora. Sto indicando,come meta di viaggio,il comune ciociaro di Campoli Appennino che si situa nella parte più orientale della provincia di Frosinone, in cima alla Valle di Comino, al confine dellAbruzzo ed è parte integrante dellomonimo Parco nazionale.
Il centro medioevale si affaccia su una grandissima dolina che gli abitanti chiamano Tomolo o Fossa ed è, forse, quanto resta di un remotissimo cratere vulcanico. Che fa il paio con lo spettacolare orrido che ferisce in modo impressionante la zona del fosso Lacerno, un impetuoso corso dacqua che sega il territorio in direzione di Sora. Da qui la rappresentazione topografica di terreni che si annunciano molto aspri ed accidentati e che mostrano ambienti naturali di difficile accesso, ma anche caverne ricche di affascinanti stalattiti. Non meno interessante è la storia del piccolo, ma arroccato paese. La sua fondazione, infatti, la si fa risalire alla presenza, in loco, di un agguerrito gruppo di longobardi che fortificarono il borgo con la costruzione di una robusta cinta di mura e con la elevazione di unampia e massiccia torre quadrata ancora esistente. Si tratta di opere che giustificano la fama guerresca dei campolesi.
Da vedere. Nelle aree più basse del territorio campolese, in località Carpello, sono stati rinvenuti reperti archeologici provenienti da una villa rustica romana. E anche i resti di un acquedotto, sempre depoca romana, realizzato per il rifornimento idrico del già importante «oppidum» di Sora. Si tratta, in fondo, di testimonianze che confermano una cospicua presenza di Roma in questa parte di territorio attraversato anche da unantica strada che da Sora portava in Abruzzo. Tuttavia, oggi, dal punto di vista urbanistico, la parte più interessante del borgo è quella «recintata» ancora dalla cinta muraria, dominata dalla torre, alta 25 metri e con base tronco-conica, costruita dai longobardi. Di non minore interesse, anche paesaggistico, è la piazza principale del paese che si apre a balcone sulla dolina che offre, allinterno della profonda voragine, verdi balze, ricchissima e variegata vegetazione spontanea ed uno straordinario fondale prativo.
Da mangiare, da bere. Da queste parti le ottime tradizioni della più schietta cucina ciociara non si smentiscono mai. Anzi, spesso si arricchiscono dellapporto dei sapori e gusti abruzzesi. E alcune specialità diventano quasi esclusive quali, per esempio: gli gnocchetti al trionfo di bosco con galletti, porcini, spinaci di montagna, olio, aglio, pomodori, penna di prezzemolo e basilico; zuppa di cannellini e salsicce con filetti di pomodoro, brodo di carne, sale e pepe; bucatini ai 4 formaggi (tocchetti misti), burro, noce moscata e pan grattato. Ma la gloria più autentica ed unica di Campoli è il tartufo che da secoli i campolesi raccolgono e commercializzano. Si tratta del tartufo nero, conosciuto dal Settecento.
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