Ciociaria nel pallone «Ora sogniamo Frosinone-Juventus»

I «canarini» a un passo dalla promozione in serie B, un traguardo che sarebbe storico per tutta la provincia Con l’incognita-stadio: è vecchio, piccolo e scomodo

Igor Traboni

Un abitante di Frosinone su sei domenica sarà allo stadio. E tutti gli altri saranno davanti alla tv per la diretta su Raisport Sat, pronti, alle 17.45 e con tutti gli scongiuri del caso, a riversarsi per strada per festeggiare una giornata storica: la promozione del Frosinone nella serie B di calcio. La città, i suoi 48mila abitanti, tutta la Ciociaria, sono letteralmente nel pallone da alcune settimane, ma con l’avvicinarsi dell’ultima, decisiva sfida di domenica prossima, la febbre cresce: al vecchio stadio di Frosinone, non a caso chiamato «Matusa», va in scena Frosinone-Grosseto, ritorno della finale dei playoff. Chi vince, va in serie B. Ma al Frosinone basta anche un pareggio, considerato il miglior piazzamento in campionato, secondo dietro al Napoli. «Tutti i tagliandi disponibili li abbiamo dati ai club organizzati, dopo aver riservato il diritto di prelazione ai mille abbonati del campionato», dicono alla segreteria del Frosinone Calcio. «Se avessimo avuto uno stadio da 20mila posti, non sarebbero bastati», garantisce un capotifoso.
Quello dello stadio, vecchio, piccolo (8mila posti di cui parecchi in piedi) e scomodo, è un problema. Da una quindicina d’anni ci sarebbe un nuovo stadio, in periferia, bello e moderno, ma mai terminato. Alcuni privati si sono offerti di metterlo a posto in pochi mesi, tramite un accordo di «project financing», approvato dal Comune e stranamente stoppato dall’attuale amministrazione regionale. Nel caso il Frosinone dovesse andare in serie B, insomma, rischierebbe di giocare fuori casa anche le partite in casa: al Flaminio di Roma nel migliore dei casi, oppure a Castel di Sangro o Terni.
Ma torniamo al sogno B: ogni strada è infiocchettata con il giallo e il blu, i colori della squadra; ad ogni angolo i venditori di magliette, sciarpe e bandiere fanno affari d’oro. «La più richiesta - risponde un venditore ambulante napoletano - è la maglietta con la scritta “100% ciociaro”. Per scaramanzia si vendono ancora poche di quelle con la scritta serie B, ma io già ne tengo pronte diecimila».
La squadra è formata da 22 giovanotti scelti in giro per l’Italia con un occhio al bilancio (sanissimo) e l’altro all’esperienza e assemblati da Ivo Iaconi, allenatore con alle spalle già due promozioni in serie B. Tanti beniamini (come gli attaccanti Ginestra e Mastronunzio) nessun idolo, a parte forse il portierino brasiliano Massimo Zappino. Alla guida della società, due imprenditori ciociari doc: Maurizio Stirpe e Arnaldo Zeppieri.

Sono loro che fanno sognare a tutti i ciociari magari fin dal prossimo anno un derby, squadre che qui dividono a metà la tifoseria: «Ma no, per questi derby diamo appuntamento a tutti in serie A. Piuttosto, visto come vanno le cose extracalcistiche, magari tra qualche mese assisteremo a Frosinone-Juve...». E alzi la mano chi mai avrebbe immaginato una cosa del genere.

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