La data da segnare sul calendario per capire quale sarà il futuro del granchio blu, una specie sempre più presente nei nostri mari, è quella del 26 settembre quando ci sarà un Tavolo "con le associazioni di rappresentanza per studiare gli interventi che siano più idonei a proteggere le coltivazioni, a reinstallarle e a garantire ristori alle aziende", ha affermato il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Ecco cosa può diventare
Oggetto di studio saranno nuove risorse in cui possa essere impiegata questa specie che provoca più danni che benefici visto che i danni causati superano già i 100 milioni di euro. Tra le ipotesi prendono corpo le possibilità del suo utilizzo come biogas o addirittura essere utilizzato per l'asfalto ma non solo. "Discuteremo con il metodo della concertazione che ci è proprio, quelle che sono le proposte delle associazioni e faremo delle scelte di conseguenza - ha precisato il ministro - anche sulle bioplastiche c'è un altro tipo di ricerca, nessuno ha previsto l'uso del granchio per scopo non alimentari". Lollobrigida ha sottolineato che "ci sono anche filiere industriali per come trasformarlo in mangimi o in bioplastiche".
L'allarme di Coldiretti Veneto
Quel che si vuole fare è far diventare un problema per l'economia in una risorsa. "I numeri sono preoccupanti", ha dichiarato al Corriere, il direttore Coldiretti Veneto, Marina Montedoro. Soltanto negli ultimi tre mesi sono già stati raccolti oltre quattromila quintali di granchio blu, un predatore che fa razzìa delle specie che vivono il laguna ed entro la fine dell'anno crollerà fino al 70-90% la produzione della molluschicoltura. "Considerato che si mangia esclusivamente il maschio, non la femmina né i piccoli, e che solo il 4% del pescato può dunque essere adibito al consumo umano, le strategie di emergenza da attuare sono la cattura e il macero", ha sottolinrato la Montedoro.
Ecco che, da qui, l'ipotesi di utilizzarlo per l'asfalto. "Per fare di questo rifiuto speciale una risorsa si sta provando a utilizzarlo come polimero per fare il selciato; già succede con i gusci di cozze e vongole", ha aggiunto. Si ipotizza, però, anche la trasformazione del granchio blu in un mangime per l'alimentazione zootecnica grazie alle proteine in esso contenuto. E poi, come accennato prima, anche l'industria della biodigestione è all'opera. "L’idea è usare il granchio blu per la produzione di biometano. Se i risultati saranno soddisfacenti si passerà alla scala impiantistica". Secondo le prime stime, dopo il suo trattamento a 70 gradi all'interno del biodigestore, il granchio blu si potrebbe produrre fino a 200 kilowatt l'ora di energia.
I tre punti del ministro
Prima di capire quanto accadrà domani, il ministro Lollobrigida ha specificato che già nel decreto del 7 agosto si parlava dello smaltimento dello granchio blu che non deve gravare sui pescatori che lo raccolgono. In secondo luogo, si dovrà dare ristoro alle aziende "che sono state danneggiate, quelle della mitilicoltura.
Il terzo punto è quello di non cronicizzare il problema, cioè dobbiamo depopolare il granchio blu e questo si può fare oggi solo creando un predatore idoneo a un consumo molto forte di un alimento prezioso sotto tanti punti di vista. E abbiamo ragionato che, mancando in mare è la tavola; l'uomo è quindi il predatore idoneo a garantire anche quelle filiere che si stanno attivando creando economia e lavoro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.