Il costo del gas naturale ritorna per la prima volta dopo mesi sotto quota 100 euro, quindi sui livelli a cui si era brevemente assestato nel corso di giugno.
Alle ore 9:30 della giornata di oggi, mercoledì 21 dicembre, il future con consegna a gennaio 2023 sul mercato virtuale del Ttf di Amsterdam è infatti sceso fino a quota 97,50 euro a megawattora, pertanto con una decisa flessione (- 8%) rispetto alle quotazioni di appena un giorno fa. Ciò significa che iniziano a intravedersi i primi effetti dell'accordo raggiunto due giorni fa (lunedì 19 dicembre) dalla maggioranza dei ministri europei dell'Energia: un tetto massimo che, a partire dal prossimo 15 febbraio 2023, sarà fissato a 180 euro per megawattora. È stata sufficiente la notizia di questa intesa per dare fiducia ai trader.
Gli effetti
Il price cap certamente semplificherà gli scambi, ma per avere un riscontro in bolletta bisognerà attendere. In primis per il fatto che esso sarà applicato nel caso in cui le quotazioni del gas naturale al Ttf vadano per tre giorni aldilà della soglia di 180 euro/MWh, con un solco di almeno 35 euro rispetto al prezzo medio del combustibile valutato in un paniere di mercati internazionali.
"Rimane un prezzo alto rispetto a quello industriale", aveva commentato lunedì scorso il presidente di Arera Stefano Besseghini, lasciando intendere che i consumatori medio piccoli, sia aziende che famiglie, non riscontreranno immediati benefici. A ciò si aggiunga che l'ingresso nel pieno della stagione fredda invernale comporterà inevitabilmente un aumento della domanda di gas. Ecco perché in bolletta non sarà possibile ancora apprezzare il cambiamento.
L'obiettivo del tetto è in primis quello di evitare quanto accaduto la scorsa estate, quando, proprio nel momento in cui gli Stati della Ue stavano approvvigionandosi di gas naturale per stoccarlo, il prezzo del combustibile era andato oltre la soglia di 300 euro/MWh. Gli effetti di questo intervento, quindi, dovrebbero essere apprezzabili più sul lungo termine, a partire, ad esempio, dal momento in cui nel 2023 si provvederà al nuovo stoccaggio per la stagione fredda.
Energia elettrica
Altro obiettivo è quello di disaccoppiare i costi di elettricità e gas. Così facendo l'energia elettrica prodotta col nucleare e le fonti rinnovabili, almeno nelle intenzioni, dovrebbe ridursi. Una soluzione verso cui spingono da tempo tanti Stati membri, Italia compresa. Al momento, come definito a conclusione dell'ultimo Consiglio europeo, è attesa "con interesse la proposta e la valutazione d'impatto, che la Commissione deve presentare all'inizio del 2023". Se ne dovrebbe riparlare, quindi, al Consiglio in programma a marzo.
L'effetto delle sanzioni
Frattanto, come effetto delle sanzioni imposte dalla Ue a Mosca, il gas russo vira verso oriente, specie verso Cina (il 14 dicembre è stato toccato da Gazprom il picco delle consegne giornaliere tramite il gasdotto Power of Siberia) e India. In particolar modo è intenso l'approvvigionamento cinese, di recente incrementato rispetto a quanto sancito dagli accordi stipulati tra le due parti nel corso del 2022.
A proposito
proprio di price cap, S&P Global Commodity Insights ritiene rischioso il tetto di 180 euro/MWh: questo, infatti, potrebbe spingere i fornitori asiatici a contrarre le esportazioni verso l'Europa prediligendo altri mercati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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