Perché il diesel costa più della benzina?

Da mesi il prezzo del diesel ha superato quello della benzina. Le ragioni sono da ricercare nella domanda. Da febbraio la situazione potrebbe peggiorare

Perché il diesel costa più della benzina?

Non è un fenomeno nuovo. Escludendo una breve parentesi registrata durante l’estate, dal mese di marzo del 2022 il prezzo del diesel supera quello della benzina. Ora la differenza di prezzo si fa più evidente a causa dell’elevata domanda, spinta da una vera corsa agli acquisti.

Il ripristino delle accise sui carburanti sta contribuendo a rendere palese il fenomeno agli occhi degli automobilisti, ma le cause sono da ricercare al di fuori della combustione dei motori dei veicoli.

Prezzi diesel e benzina

Il diesel è gravato da meno accise ma, nonostante ciò, il suo prezzo supera quello della benzina. Questo è il fenomeno che si osserva presso i distributori e che offre una prospettiva limitata dei meccanismi a valle del prezzo.

La benzina viene usata prevalentemente per la mobilità, mentre il gasolio è materia prima, non soltanto per il trasporto, ma anche per la produzione industriale e il riscaldamento. Con la fine dell’estate, storicamente, la domanda di benzina si contrae mentre quella di gasolio comincia a essere sollecitata.

Prima del conflitto russo ucraino questa differenza nelle domande dei due prodotti si traduceva in uno scostamento minimo, di norma fino a 3 centesimi al litro. La situazione geo-politica ha determinato una minore importazione di gasolio dalla Russia, dal quale dipende circa il 30% del fabbisogno europeo. Un fenomeno quindi che riguarda tanto il mercato italiano quanto quello di altri Paesi, tra i quali la vicina Svizzera che in passato era meta di rifornimenti per chi vive nelle immediate vicinanze del confine.

Inoltre, e qui il ruolo principale lo svolge l’industria, si è scatenata una corsa agli acquisti per fare scorta del gasolio sufficiente per diversi mesi al fine di scongiurare ipotetici razionamenti o interruzioni nelle forniture.

C’è da risalire anche allo scorso 5 dicembre, giorno in cui è entrato in vigore l’embargo sull’acquisto del petrolio russo che ha messo in forse le capacità produttive della raffineria italo russa Isab-Lukoil di Priolo (Siracusa), allarme rientrato grazie alla cessione dell’intero stabilimento all’azienda cipriota Goi Energy. Un pericolo scampato che però ha spostato l’attenzione sul prossimo 5 febbraio, giorno in cui entrerà in vigore l’embargo che l’Ue ha posto sui prodotti raffinati russi e questo può rendere la situazione ancora più critica sul fronte dei prezzi del gasolio.

Il ruolo delle accise

Il taglio delle accise, fino a quando è rimasto in vigore, ha contribuito a sedare gli animi e a rendere meno evidente la differenza di prezzo tra benzina e diesel. Le tasse italiane sul diesel incidono in ragione del 55% del prezzo finale del prodotto.

Inoltre, sempre limitandoci all’uso per la mobilità, i gestori hanno un margine dell’8-10% al cui interno muoversi per calmierare i prezzi, per la benzina questo margine è più alto, può arrivare fino al 12%. Tutti questi elementi messi insieme spiegano la differenza dei prezzi tra diesel e benzina, scaricare la colpa soltanto sulla situazione russo-ucraina o sulle accise non aiuta a risolvere il problema.

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