Rottamazione-quinquies, Giorgetti ha dato l’ok

Ma restano le divergenze di opinione nella maggioranza

Rottamazione-quinquies, Giorgetti ha dato l’ok
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La discussione sulla cosiddetta "rottamazione quinquies" si intensifica, con posizioni divergenti tra gli alleati di governo. Se da un lato Forza Italia spinge per un'estensione della rottamazione quater senza gravare sui conti pubblici, dall'altro la Lega propone un piano strutturale di rateizzazione decennale.

Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività Produttive della Camera, ha dichiarato a margine del Consiglio federale della Lega che "la proposta è stata vista e va avanti: 120 rate mensili. E il ministro Giorgetti ha detto che la sostiene e che la stanno studiando con il resto del governo e che è possibile portarla avanti". Un'affermazione che rafforza la posizione della Lega e apre alla possibilità di un'accelerazione dell'iter parlamentare della misura.

La proposta di legge sulla rottamazione quinquies ha inoltre ricevuto il sostegno dell'Istituto Nazionale Tributaristi (Int), che ha evidenziato come la possibilità di pagare in dieci anni senza sanzioni e interessi e con la decadenza prevista solo dopo il mancato pagamento di otto rate, rimuova gli ostacoli che hanno penalizzato la rottamazione quater. Il presidente dell'Int, Riccardo Alemanno, ha sottolineato che "ben venga una rottamazione che consenta al contribuente non in regola di assolvere al pagamento di quanto dovuto", pur riconoscendo il problema di equità rispetto a chi ha sempre pagato nei termini. Alemanno ha inoltre evidenziato che interventi tempestivi e mirati sono fondamentali per migliorare la riscossione e ridurre il peso del cosiddetto magazzino di crediti dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione. Tuttavia, il tema cruciale resta quello delle risorse necessarie per finanziare la misura. Il costo stimato della rottamazione quinquies è di circa 5,2 miliardi di euro, e non è ancora chiaro se il governo riuscirà a reperire tali fondi.

Forza Italia, per voce del senatore Dario Damiani, ha ribadito che, qualora si trovassero risorse aggiuntive, la priorità resterebbe il taglio dell'Irpef per il ceto medio, con la riduzione dell'aliquota centrale dal 35% al 33%, come promesso nel corso dell'ultimo anno.

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