Tfr nel fondo pensione: ecco perché conviene

L'opzione consente di beneficiare di diversi vantaggi fiscali legati alla previdenza complementare

Tfr nel fondo pensione: ecco perché conviene
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In un momento di incertezza per il sistema pensionistico pubblico, il Tfr rappresenta un’opportunità importante per costruire una pensione integrativa. Destinare il Trattamento di fine rapporto a un fondo pensione, anziché mantenerlo in azienda, consente di investirlo sui mercati finanziari, offrendo potenziali rendimenti e benefici fiscali per il lavoratore. Una scelta che può fare la differenza per il futuro. Ecco tutte le novità per il 2025.

Le nuove misure

La novità del 2025 permette ai lavoratori che hanno iniziato a contribuire dal 1996 di usare la previdenza integrativa per anticipare la pensione, incentivando così l’adesione ai fondi pensione e il conferimento del Tfr. Tuttavia, nonostante l’85% dei risparmiatori ritenga vantaggioso investire il Tfr in previdenza integrativa (secondo un’analisi di Moneyfarm) solo un terzo lo fa realmente. Dal 2007 al 2023, solo il 22% del Tfr accumulato (97 miliardi di euro) è stato destinato ai fondi pensione, mentre la maggior parte è rimasta in azienda: 98 miliardi al Fondo Tesoreria Inps e 242 miliardi nei bilanci di imprese con meno di 50 dipendenti. Questo capitale inutilizzato potrebbe essere investito per migliorare le pensioni future.

Tfr in azienda

L’analisi evidenzia che la scelta di mantenere il Tfr in azienda è spesso influenzata da una carenza di informazioni. Il 39% degli intervistati ritiene che molti lavoratori non siano consapevoli delle alternative disponibili, come i Fondi Negoziali, i Fondi Aperti o i Piani Individuali Pensionistici. Inoltre, quasi un quarto degli intervistati percepisce il Tft in azienda come una soluzione più liquida e accessibile. Sul fronte della sicurezza, il 59% dei risparmiatori considera più sicuro investire il Tfr in un fondo pensione, soprattutto in contesti aziendali di piccole dimensioni. Nonostante il Tfr in azienda venga rivalutato a un tasso fisso dell’1,5% più il 75% dell’inflazione, i rendimenti dei fondi pensione risultano superiori: negli ultimi dieci anni e nove mesi, il Tfr aziendale ha reso mediamente il 2,3%, contro il 4,8% di un PIP con linea azionaria. Questo divario può tradursi in un significativo costo in termini di ricchezza futura, soprattutto per i più giovani, con una potenziale perdita fino all’83%. Un esempio pratico mostra che un quarantenne con un reddito netto di 2.000 euro potrebbe ottenere 57.838 euro lasciando il Tfr in azienda, mentre investendolo in previdenza integrativa potrebbe arrivare a 92.982 euro con una linea ad alto rischio, guadagnando fino a 35.144 euro in più.

I vantaggi fiscali

Optare per il conferimento del Tfr in un fondo pensione consente di beneficiare di diversi vantaggi fiscali legati alla previdenza complementare, sia sul capitale accumulato che sui guadagni generati. Tra i principali vantaggi: i rendimenti ottenuti sono soggetti a un'imposta del 12,5% per i titoli di Stato e del 20% per gli altri tipi di investimenti.

Le prestazioni finali, erogate sotto forma di capitale o rendita, sono tassate con un'aliquota del 15%, che può ridursi fino al 9% se il fondo pensione viene mantenuto per più di quindici anni. In questo modo, i fondi pensione offrono ai lavoratori un’opportunità di ottenere maggiori guadagni nel lungo termine.

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