CLAUDIO CECCHETTO «La radio, il mio primo amore»

CLAUDIO CECCHETTO «La radio, il mio primo amore»

Milano, 1975. Lo studente in Scienze delle preparazioni alimentari alla Facoltà di agraria Claudio Cecchetto si innamora a prima vista, e sarà per sempre. Non è una bella ragazza, ma un mezzo potentissimo che Cecchetto saprà sfruttare al meglio: la radio. «Eravamo pionieri, non si sapeva se era possibile, la legge vietava le radio libere, ma così è nata Radio Milano International, un po' da incosciente io guardavo più al mezzo che alla legge. Ci sembrava un'esperienza incredibile aprire nuovi spazi in un mondo dominato dalle istituzioni, poter riprodurre Radio Luxemburg, Radio Montecarlo, per me era festeggiare Capodanno ogni giorno; era magnifico sedersi al microfono facendo qualcosa che mancava: la Rai trasmetteva 3 canzoni al giorno, noi abbiamo inondato l'etere con la musica di importazione prima che le case discografiche decidessero di distribuire ad esempio gli America, i Commodores, James Brown. È stato un amore a prima vista, la donna dei sogni. Milano era ed è al centro del mondo musicale, a Roma era concentrato il potere dello spettacolo, lo spazio lì era già tutto occupato, è stato naturale che accadesse qui. C'erano molta passione e zero soldi, con la libertà di ascoltare la musica del momento: io facevo il DJ in discoteca, mica potevo metter dei brani dei cantautori italiani! Pochi discorsi, molto divertimento. Reclutavamo Dj sconosciuti, era un'esperienza a rischio, abbiamo perfino preso a lavorare un ragazzo che faceva lo speaker in un centralino di radiotaxi perché ci piaceva il suo modo incisivo di presentare». I pochi soldi facevano aguzzare l'ingegno, la radio diventa il mezzo per conquistar ragazze, ma anche pasti gratis. «Avevamo escogitato il sistema delle dediche ai ristoranti per poterci andare a mangiare, mitici gli involtini di Chechele e Nennella, il ristorante sotto di noi! O per un paio di jeans la dedica al negozio di abbigliamento...». I primi compagni di strada? «Fausto Terenzi, Piero Cozzi detto P3, il proprietario della radio Angelo Borra, molto abile: ogni volta che arrivava la polizia a sequestrare il trasmettitore, cosa successa 4 o 5 volte, non si preoccupava e ne installava un altro, sempre un trasmettitore militare adattato». E il pubblico? «Il pubblico erano anche gli stessi poliziotti che sequestravano il trasmettitore, erano ragazzi come noi, e io ho sempre saputo cosa si aspetta il pubblico, allora come oggi è il prodotto che vince. Non mi sono mai fermato, ho sempre voluto una radio moderna, non allineata alle altre. Ma a quei tempi non era così facile prendere le frequenze Fm e sotto la sede di via Locatelli c'erano sempre auto in sosta col motore acceso che ascoltavano Radio Milano International». Il suo curriculum radiofonico è la lista delle radio più ascoltate: dopo Rmi, Studio 105, Radio Deejay, Radio Capital.

Tutti i personaggi scoperti da Cecchetto sono nomi famosissimi: Jovanotti, Max Pezzali, Fiorello, Luca Laurenti, Marco Baldini. Amadeus. La Tv e la radio sono sempre stati comunicanti. «Fin dall'inizio ho utilizzato le mie esperienze radiofoniche in TV, sapevo cosa funzionava e cosa no».

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