Neppure il tempo di gustarsi la terza vittoria di fila in Coppa d'Africa che Hassan Shehata è finito nellocchio del ciclone per alcune dichiarazioni che stanno creando tensioni soprattutto di carattere diplomatico. Il tecnico dellEgitto ha ricevuto nei giorni scorsi una proposta per allenare la nazionale di Israele. Sarebbe stata unapertura storica e un segno di buona volontà per due Paesi che non hanno ancora del tutto scacciato i fantasmi della Guerra dei Sei Giorni, anche se lEgitto è uno dei pochi Paesi arabi a riconoscere lesistenza dIsraele, ad avere un Trattato di Pace con i vicini ormai dal 1979, a portare avanti relazioni diplomatiche e commerciali con lo Stato ebraico.
Purtroppo Shehata non si è limitato a rifiutare lofferta come un qualsiasi altro professionista, ma si è lasciato andare a dichiarazioni che hanno fatto infuriare Shalom Cohen, lambasciatore d'Israele al Cairo. «Non pensavo che da quelle parti si giocasse a pallone - ha spiegato ironicamente il baffuto allenatore - ero convinto che si occupassero solo di massacrare i palestinesi e il popolo arabo. Piuttosto che allenare in Israele morirei di fame».
E dire che Cohen aveva di recente affermato come le relazioni politiche tra i due Paesi si potessero considerare ormai ai massimi livelli, citando come esempio le visite di ufficiali israeliani d'alto rango al Cairo negli ultimi anni. «Israele trova sempre lEgitto solerte nel fornire assistenza, però in questo caso cè stata una caduta di stile», ha commentato lapidario il diplomatico.
Shehata, che ha rifiutato anche la panchina della Nigeria, è stato acclamato come un eroe dalla stampa iraniana e della Striscia di Gaza, ma ha messo in imbarazzo il presidente egiziano Hosni Mubarak il quale potrebbe far pressioni sulla federazione per allontanarlo dalla nazionale.
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