Cogoleto: l’Ulivo perde i pezzi ma il sindaco non vuol chiarire

Cogoleto: l’Ulivo perde i pezzi ma il sindaco non vuol chiarire

«Indubbiamente due assessori che rimettono nelle mani del sindaco le loro deleghe rivelano un malessere nella giunta, malessere che noi avevamo già avvertito nell'immobilismo della giunta stessa derivato da contrasti interni insanabili». Ma quali contrasti? Cosa c'è dietro le dimissioni di due assessori del comune di Cogoleto che in piena estate, in sordina, hanno abbandonato il Sindaco di centrosinistra Luciano Zanetti e i gruppi politici di cui facevano parte (Ulivo) per formare un gruppo misto? Ci riprova a scoprirlo (dopo il silenzio dell'ultimo consiglio comunale) Maria Elena Dagnino, candidato sindaco nel 2006 di una lista di centrodestra e ora seduta sui banchi della minoranza.
Ci prova a metà del consiglio comunale di lunedì sera con una espressione di sentimento rivolta direttamente al sindaco. La risposta di Zanetti è netta da principio («Non vado via. Ho presentato un programma agli elettori e intendo portarlo a compimento») per sfumare sul vago quando si tratta di affrontare le dimissioni degli assessori Ferruccio Baratella (Bilancio e Finanze) e Roberto Pansolin (Ambiente): «Certo che anche io ho accusato, dopo tanti anni, avere con queste persone difficoltà di rapporto. E di scelte».
Ma quali scelte? Il mistero rimane mentre l'amministrazione, decisa a tirare avanti, ha proposto durante il consiglio dello scorso 19 settembre il nuovo Piano di utilizzazione delle aree demaniali. Tema che è stato riproposto lunedì sera e che prevede la risistemazione dei tre chilometri di spiaggia di Cogoleto con la realizzazione di una pista ciclabile, aree sportive per il beach volley, giochi per bambini e il rifacimento degli stabilimenti balneari. Si tratta di un atto di indirizzo politico (a cui dovrà adeguarsi il nuovo Puc) che ha aperto un nuovo scontro tra maggioranza e opposizione.
Tema dello scontro: le spiagge libere (e libere attrezzate) che nel progetto saranno oltre il 51 per cento del totale. «Ben più dei limiti imposti dalla Regione», sottolineano dalla maggioranza attirandosi le critiche del coordinatore comunale di FI, Giovanni Siri, secondo cui dietro questa scelta si cela «la solita diffidenza del centrosinistra verso le iniziative private e imprenditoriali».

«Più stabilimenti balneari significa più lavoro, maggiore controllo del territorio, più ricchezza per il paese e, quindi, più entrate per l'amministrazione. Tanto più - conclude Siri - in un periodo in cui i Comuni piangono miseria».

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