I telefilm europei. Esistono e lottano insieme a noi. In un certo senso la notizia è tutta qui. Perché per anni, finora, i telefilm erano americani per definizione. Anzi, era un assioma così consolidato che, quando si parlava-scriveva di telefilm, quasi non occorreva aggiungere la nazionalità di provenienza. Era implicito che si trattava di serie made in Usa. Da qualche tempo, però, l’aria è cambiata e il flusso commerciale della serialità ha invertito il senso di marcia. Perché, cominciando da Romanzo criminale, ora sono i prodotti europei ad essere venduti dall’altra parte dell’oceano. Così è accaduto a Luther, la serie britannica trasmessa anche da Bbc America, che ha per protagonista un poliziotto nero, interpretato da Idris Elba (Golden Globe come migliore attore), tanto corpulento e impulsivo nei modi quanto sottile nei ragionamenti investigativi.
Sono due esempi della vitalità produttiva del Vecchio continente, che ha sempre meno da invidiare a Hollywood. I telefilm inglesi, francesi e tedeschi iniziano a occupare i nostri canali, non solo quelli specializzati come Fox o Rai4, quanto e forse più dei fratelli maggiori a stelle e strisce. I contorni del fenomeno si definiranno meglio al prossimo Telefilm Festival, in programma a Milano dal 27 giugno al 3 luglio. Dove per esempio si potrebbe vedere un’anteprima di Xanadu, la serie che ha per protagonista i Valadine, una famiglia che opera nel mercato del porno producendo film hard, trasmessa in Francia dal canale culturale Arté con inevitabile codazzo di polemiche. Mondo del porno, al centro anche di Hard, altra serie francese giunta alla seconda stagione, trasmessa in Italia dal canale Mya di Mediaset Premium (dal 25 luglio la seconda e terza stagione). Rispetto alle produzioni americane, quelle europee prediligono le tinte forti. Famiglie disfunzionali, poliziotti violenti e senza scrupoli. Come nel caso di Braquo, il noir poliziesco diretto da Olivier Marchal (36 Quai des Orfevres al cinema) giunto alla seconda stagione in Francia e appena partito in Italia sul canale Fx, che narra con toni realistici e cupa ambientazione le gesta di una squadra impegnata contro il crimine. Anche in Braquo, come in Luther, è il profilo psicologico e privato dei protagonisti a far la differenza rispetto alle serie americane, tutte autopsie, esame delle impronte e posture dell’indiziato.
Mentre gli sceneggiatori americani si stanno buttando sugli spin off e sulle serie in costume, quasi un’ammissione di difficoltà nel leggere il presente, nei telefilm della vecchia e nichilista Europa, oltre al poliziesco gli altri generi che tirano sono le famiglie sconclusionate e i teen drama. Ma in entrambi i casi le ultime produzioni “nostrane” hanno anticipato quelle d’oltreoceano. Shameless, per esempio, il telefilm trasmesso dal 2007 su Channel 4, narra le vicende di una famiglia alla periferia di Manchester, padre alcolizzato, madre sparita, sei figli che si arrangiano. Ora la cable tv americana Showtime ha riscosso grande successo di critica ambientando il suo Shameless a Chicago. Attesissime, al prossimo Telefilm Festival si vedranno entrambe le versioni della serie. Stesso percorso ha avuto la britannica Skins trasmessa da E4 (e Mtv in Italia), protagonista un gruppo di ragazzi di Bristol alle prese con i turbamenti dell’adolescenza, sesso, gravidanze precoci, uso di droghe, trasferita a Baltimora da Mtv Networks. L’altro teen drama di successo (premio Bafta 2010) e ritenuto dagli osservatori la miglior serie degli ultimi anni è il britannico Misfits. Un gruppo di adolescenti arrestati per piccoli reati e condannati ai servizi sociali, durante un temporale acquisisce dei superpoteri: niente da invidiare all’americano Heroes. Presentato al Telefilm Festival dell’anno scorso, in Italia è trasmesso da Fox e sul digitale gratuito da Rai4.
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