Il Comune corre per varare il suo piano casa

Restano tre sedute per approvare gli emendamenti alla legge regionale e le undici zone dove non si potrà edificare. Dibattito in consiglio per tutelare altri angoli di città. Gallera (Pdl): "Tranquilli, la delibera alla fine passerà"

Rush finale in consiglio per approvare il piano casa comunale, o meglio la delibera che recepisce la legge regionale meglio nota come Piano casa. La legge, infatti, entrerà in vigore allo scoccare della mezzanotte di giovedì prossimo. Fino a questo momento i comuni hanno la facoltà di presentare delle deroghe, indicando cioè «parti del territorio sulle quali la legge non trova applicazione in ragione delle speciali peculiarità storiche, paesaggistico -ambientali e urbanistiche». Proprio per questo sono state fissate tre sedute dei lavori lunedì, mercoledì e giovedì fino alle 22.
Al momento sono undici le aree da tutelare come recita la delibera dell’assessore allo sviluppo del Territorio Carlo Masseroli: QT8, il Villaggio dei giornalisti (1920), quartiere Cimiano (1953), Porpora (1915), Pisacane (1901), Aspari (1922), quartiere Del Sarto, Lincoln (1886), Washington (1906), Borgo Pirelli (1920), La Postelegrafonica (1920). ma prima che la carrozza ritorni zucca, altre zone potrebbero finire nell’elenco su proposta dei consiglieri che hanno la facoltà di presentare emendamenti fino all’ultimo. Si parla già di via Elba e di via Ampère, del quartiere Quantalupa e del Villaggio dei fiori, ma i partiti o i singoli consiglieri stanno ancora passando al setaccio la mappa di Milano per vedere se ci sia qualche altro angolo di città che meriti di essere preservato. Lo stesso assessore Masseroli ha sollecitato tutti i consiglieri a farsi avanti in tempo utile. Se la delibera non dovesse passare l’esame del consiglio? Allo scoccare della mezzanotte la legge regionale si applicherà in toto, anche quindi sulle zone di valore storico architettonico. Ma Milano può stare tranquilla. «La delibera passerà - assicura il capogruppo del PdL Giulio Gallera - stiamo pensando di presentare solo qualche emendamento». Nessuna richiesta per l’Udc di Pasquale Salvatore: «Condivido però il principio di ampliare il più possibile il margine di manovra da parte dei soggetti che si occupano di edilizia pubblica».
Per evitare che qualcuno faccia «il furbo» facendo cadere il numero legale, il Pd si è autoprecettato: saranno tutti in aula a votare, forti della seconda convocazione che fissa a 21 il numero sufficiente per il sì. «È importante - spiega Carmela Rozza - che sia il Comune a decidere sul suo territorio e non la Regione. Avremo un atteggiamento interlocutorio, presenteremo qualche emendamento e un ordine del giorno sulle volumetrie delle case pubbliche perché vogliamo che siano finalizzate alla realizzate alla realizzazione di alloggi per il ceto medio e basso».

«Credo che dovremo vigilare - attacca Basilio Rizzo della Lista Fo - perché la delibera passi. Noi faremo di tutto». Milano può stare tranquilla. «La delibera passerà - conferma il capogruppo della maggioranza Giulio Gallera.

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