Il comunismo continua a fare danni

Caro direttore, il Venezuela è alla fame ma i sinistri, come Dacia Maraini, che peraltro è una delle sinistre meno trinariciute, difendono ancora il presidente-dittatore Maduro. Un Paese potenzialmente ricchissimo con una popolazione mediamente sviluppata (e molti italiani immigrati) è stato ridotto in miseria dalle scelte scellerate di due sinistri come Chávez e Maduro, appunto con le loro politiche terzomondiste. Conosco venezuelani di origine italiana che, dati alla mano, mi hanno spiegato bene la situazione. Cose allucinanti. E intanto mancano anche le culle per i neonati, oltre alle pappe.

Piero Casati

Caro Piero, il comunismo purtroppo non ha ancora finito di fare danni e seminare vittime al suo passaggio. Maduro nasce sindacalista e politicamente cresce alla corte di Chávez, il presidente dittatore diventato una icona per la sinistra mondiale. La loro ricetta economica, applicata per sedici anni è stato un misto di marxismo, populismo ed ecologismo. Un «modello economico alternativo», lo avevano battezzato incantando i terzomondisti salottieri europei, una specie di quella «decrescita felice» teorizzata da Beppe Grillo al suo apparire sulla scena politica italiana. Il risultato è un Paese alla fame, come sempre accade quando per aiutare i poveri dai la caccia ai ricchi, espropri i beni, statalizzi le imprese. Vede, caro Piero, giustamente per noi occidentali, avendolo subito, l'unico male assoluto è stato il nazismo e scordiamo che invece, per numero di vittime e durata, la più grande tragedia del Novecento è stato il comunismo che, come in Venezuela, continua la sua opera devastatrice.

Non che il sistema capitalistico ci stia facendo vivere una grande stagione, ma stiamo attenti a non gettare il bambino insieme all'acqua sporca. Perché anche se oggi non riusciamo neppure a immaginarlo, al peggio non c'è mai fine.

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