(...) conciliare i tempi necessari al coordinamento e alla produzione del concerto con le esigenze organizzative del Vaticano. Altro che rifiuto del Papa come alcuni hanno affermato. «È stata la PrimeTime Promotions ideatrice e produttrice dell'evento a deciderne lo spostamento» spiega il presidente Eligio Ermeti «Hanno detto che è stato Benedetto XVI a non volere il concerto. Non è vero, anzi il Pontefice non si è mai espresso a proposito». Ma perché Montecarlo?
«Oltre al suo fascino e al suo prestigio internazionale, il Principato è prima di tutto simbolo di neutralità rispetto alle fazioni che dividono il mondo e come tale può ben proporsi come luogo d'incontro di nazionalità, religioni e culture diverse, nello spirito del concerto e delle sue idealità», continua Ermeti. Il legame tra il Principato di Monaco e il Vaticano ha però radici molto più profonde. Da sempre la famiglia reale è molto attenta ai rapporti con la Chiesa. «È vero - spiega Ermeti - il Principato è lo Stato in assoluto più attento alle espressioni della fede cattolica. L'attenzione della famiglia Reale verso i poveri del mondo è nota a tutti. Sua Altezza Serenissima Alberto di Monaco, ha infatti avallato la manifestazione concedendole il patrocinio della famiglia Grimaldi, e Sua Altezza Reale Carolina di Hannover, ha devoluto l'incasso dell'evento all'Amade Mondiale, l'organizzazione che si occupa della difesa dei diritti dei bambini in tutto il mondo e di cui è presidente».
Il mondo fiabesco e incantato nella cornice dei sogni, dello sfarzo e del lusso è anche questo.
E da questo mondo così perfetto da sembrare quasi finto in mezzo alla cascata di luci della Salle des Princes Monica Leofreddi conduce la serata. Un appuntamento dove anche le numerose signore, che sfoggiano abiti bellissimi gioielli da mille e una notte, boleri e stole di visone e cincillà, si commuovono e riflettono quando Giancarlo Giannini, attore di razza e di indubbio fascino legge alcuni brani di Madre Teresa di Calcutta e Martin Luther King. Sul palcoscenico artisti italiani e internazionali, alcuni dei quali già noti agli habitués del Concerto, altri nuovi a questo tipo di esperienza. Tra i primi Noa, Dolores O'Riordan, Ronan Keating, Gigi D'Alessio, Nicky Nicolai e Stefano di Battista Quartet, Gigi Finizio, Helena Hellwig, Sara 6, il coro Summertime e i Petits Chanteurs de Monaco. Tra i secondi Skin, i Gipsy King, Hakim, Andrea Mingardi, Umberto Tozzi, Marco Masini, Appassionante, il Benedict Gospel Choir.
Al travolgente ritmo gitano dei Gipsy Kings, che si esibiscono in un medley dei loro maggiori successi, fa da contrappunto uno struggente brano sardo, «No potho reposare» dedicato da Noa ad Andrea Parodi; all'applauditissimo duetto di Tozzi e Masini nella riproposizione dello storico successo di Carole King «You've got a friend» si alternano: una scatenata Skin nel classico «Summertime» con la chitarra di Solieri e poi in «Purple»; un inaspettato possente Andrea Mingardi nella versione del brano di Freddy Mercuri «Who want to live forever» riproposto accanto al soprano Felicia Bongiovanni e poi in un «Happy day» a competere con la sua voce da nero-bianco con un nero vero del coro Benedict Gospel. Questi ultimi, tutti chiusi in una sorta di talare nera con i polsini bianchi, ondeggiano al ritmo di antichi spirituals. L'egiziano Hakim porta un vivace messaggio di pace in arabo con la sua «El salam». Una sorprendente Dolores regala colori celtici prima al brano natalizio «Away in the manger» e poi al suo nuovo «Angel fire». E poi il medley natalizio di brani americani d'epoca di Nicky Nicolai con il sax strepitoso di Stefano di Battista: nostalgia pura. E ancora un medley di ever green con Nicky Nicolai, Noa, Helena Hellwig e Sara 6. Gigi D'Alessio propone il suo nuovo brano «Apri le braccia», mentre Gigi Finizio raccoglie un lungo applauso con la sua interpretazione di «Dicitincello vuje».
A riproporre i brani classici della tradizione natalizia le tre soprano della formazione «Appassionante» con «Adeste fideles», mentre Noa e Ronan Keating in duetto ripropongono un magnifico «White Christmas». I Petits Chanteurs de Monaco, con le loro voci bianche, donano a «Jingle Bells» un'insolita eco celestiale.
Il tutto accompagnato dall'Orchestra Sinfonica Terzo Millennio diretta dal Maestro Renato Serio e con frequenti interventi del Coro Summertime, quasi un'istituzione del Concerto.
E così l'evento diventa l'incontro tra la musica sacra e i canti tradizionali con la modernità del repertorio folk, pop, rock e jazz nel segno delle voci più emozionanti e celebri del panorama canoro internazionale.
Una domanda inevitabile: il prossimo anno?
«I contatti con il Vaticano ci fanno pensare ad un ritorno - risponde Eligio Ermete -, ma il successo di Montecarlo ce ne fa desiderare la continuazione. Probabilmente manterremo tutti e due gli appuntamenti, collegandoli tra loro».
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