Confesercenti al governo: "Serve una riforma dell'Irpef"

L'associazione datoriale chiede all'esecutivo una riforma rivolta a tutti i redditi

Confesercenti al governo: "Serve una riforma dell'Irpef"

"Serve una riforma Irpef complessiva e coraggiosa, che si rivolga a tutti". La Confesercenti prende posizione e dice la sua sul taglio del cuneo fiscale ipotizzata da Roberto Gualtieri e dal premier Giuseppe Conte.

"Il cosiddetto taglio del cuneo fiscale è positivo, un passo avanti verso la necessaria riduzione della pressione fiscale complessiva. Purtroppo, però, si rivolge solo ai dipendenti ed esclude completamente il mondo del lavoro indipendente". L'associazione guidata da Patrizia De Luise evidenzia l'assenza di misure a sostegno delle partite Iva che rappresentano una fetta importante del sistema economico italiano ma che, puntualmente, vengono escluse da politiche a sostegno e riduzione della pressione fiscale a loro carico. Quello della P.Iva rappresenta "un mondo importante ma in sofferenza: solo negli ultimi 12 mesi hanno chiuso i battenti circa 41mila autonomi. Un quadro che rende evidente il bisogno di una riforma Irpef per tutti".

Inoltre, effetti importanti avranno le restrizioni per i lavoratori dipendenti che esercitano anche attività libero professionale, tra cui i limiti per l'accesso al cosiddetto regime forfettario, che li penalizzerà fortemente. "Anche i dipendenti – continua la nota - rischiano di ottenere meno di quanto promesso, soprattutto se in futuro si dovesse proporre l'idea di barattare il mini-taglio del cuneo con un aumento multimiliardario dell'IVA, un'imposta sui consumi e quindi su tutte le famiglie. Il taglio del cuneo, inoltre, non ferma la corsa del fisco locale: in venti anni il gettito delle addizionali regionali e comunali è passato da 3,1 a 17 miliardi di euro”.

Dopo il mondo della libera professione, la Confesercenti passa a quello del sistema imprenditoriale e produttivo italiano, fatto in prevalenza dalle PMI. "Le imprese non soffrono solo l'effetto della competizione di multinazionali e giganti del web, ma anche l'eccesso di fisco e di burocrazia. Nonostante questo, non possiamo non notare che, a fronte di un 'mini-scontò per i dipendenti, professionisti, lavoratori autonomi e PMI si trovano invece a fronteggiare una pressione fiscale in aumento, local tax e canone unico e stretta della flat tax. Ma anche di un diluvio di adempimenti e sanzioni, rappresentazione plastica del pregiudizio per cui le imprese sono potenziali evasori da punire. Un pregiudizio messo nero su bianco sulla relazione illustrativa del decreto fiscale, che va superato".

Infine una frecciatina della Confesercenti al governo evidenziano che per una riforma seria al tavolo dovrebbero sedersi tutte le parti sociali: “al tavolo (devono serdsi, ndr) tutte le parti sociali – non solo ai sindacati dei lavoratori dipendenti.

Un tavolo che, per non traballare, deve avere quattro gambe uguali: riduzione del debito, stop agli aumenti di spesa pubblica, lotta all’evasione e coinvolgimento di tutti gli attori dell’economia italiana. E le PMI sono ancora l’attore principale”.

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