«Un litigio isterico permanente »: ecco il Paese descritto dai media nelle parole del cardinal Tettamanzi. Nell’incontro annuale con i giornalisti, organizzato all’Istituto dei Ciechi, l’arcivescovo di Milano invita a non concentrarsi solo sugli scandali, a portare lo sguardo «oltre », a superare «personalizzazione, esasperazione, drammatizzazione, contrapposizione». Parla dei politici «dai quali tutti attendono esemplarità, nel pubblico e nel privato» e dell’«enfasi eccessiva data a ciò che nel Paese non funziona». Vola alto, altissimo, il cardinale. Legge il Vangelo di Luca, san Giovanni Battista fa chiedere a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Cita Dostoevskij: «Io non posso e non voglio credere che il male sia la condizione normale degli uomini». Ma poi, sarà l’eterogenesi dei fini, eccolo trascinato nel bel mezzo del «litigio isterico permanente». Neanche il tempo di concludere il discorso ed escono i lanci delle agenzie di stampa con due stelline di allerta, quelle che avvisano che la notizia è una piccola bomba: «Ruby, Tettamanzi: guida Paese sia esemplare nel privato». Tirato per la stola nel bel mezzo dello scandalo più piccante, come se avesse passato il tempo a parlare di escort e a lanciare invettive in direzione di Berlusconi. Pochi minuti dopo sui siti dei principali quotidiani il vescovo di Milano finisce tra i titoli più evidenti. «Anm: attacchi a pm contro la Carta. Berlusconi: sbagliato voto ora. Tettamanzi: chi guida il Paese sia esemplare » scrive Repubblica . Stessa citazione sugli altri siti web: d’altra parte i titoli delle agenzie dettano spesso la linea. Ha appena finito di dirlo l’arcivescovo: «So bene che le notizie che hanno il sapore della normalità raramente troveranno posto». Ma vediamo l’intero passaggio dedicato dal cardinal Tettamanzi al corto circuito tra pubblico e privato. «Dai mezzi di comunicazione emerge una classe politica che tende a mettere al centro della propria azione le vicende personali dei suoi più diversi protagonisti». Concede: «Certo, nessuno chiede di tacere episodi, fatti, denunce, indagini che riguardano quanti sono chiamati ad animare e a guidare il Paese e dai quali tutti attendono esemplarità, nel pubblico e nel privato».Poi l’arcivescovo continua e arriva al punto: «Ma, mi domando: giornali e tv contribuiscono davvero a costruire e a promuovere la pubblica opinione quando si lasciano contagiare dal clima avvelenato e violento?». Insiste: «Non si tacciano gli scandali (veri o presunti) ma l’informazione politica non può, non deve esaurirsi al racconto di scandali».
Ecco, per non fare la medesima cosa all’incontrario, non diremo certo che il cardinal Tettamanzi voleva farei complimenti al presidente Berlusconi per il suo comportamento pubblico e privato, ma le due cose vanno insieme: se dai politici ci si attende «esemplarità», alla stampa tocca rendere «il senso complessivo dei fatti». Chissà se ci siamo riusciti. Forse non è un caso che il cardinal Tettamanzi abbia voluto parlare a noi giornalisti proprio all’Istituto dei ciechi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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