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«Così ho fatto accettare la maratona ai milanesi»

Erano diciassette mesi che Andrea Trabuio, direttore della Milano city marathon aspettava l’11 aprile. Domenica in gara non c’erano solo 8mila atleti ma anche il destino di una maratona che con i milanesi ha sempre avuto un rapporto burrascoso, ai limiti della rissa. E la decima edizione, che da novembre era stata spostata a primavera con una mare di polemiche, era quella della scommessa finale. È andata. Ed è andata bene perché per la prima volta in tanti anni sembra proprio che la città, a parte qualche piccola eccezione, non si entrata in rotta di collisione con i corridori.
Avete fatto il miracolo?
«No, nessun miracolo. Una città accetta la maratona se non le viene imposta dall’alto. Se ci si mette passione, se il percorso viene pensato per far sì che convivano esigenze differenti, se c’è la giusta comunicazione. E se c’è l’affiatamento che quest’anno si è creato tra gli organizzatori, l’assessore Terzi e Linus che hanno dato tutti un contributo importante».
È bastato far partire la gara dalla Fiera di Rho per risolvere i problemi?
«La partenza dalla nuova Fiera, l’ingresso in città nella seconda parte di gara e l’aver scelto un tragitto che bloccasse la città per un minor tempo rispetto agli anni passati è stata la base di partenza. Poi però abbiamo lavorato con Atm e Vigili urbani per studiare passaggi che non paralizzassero i mezzi Atm e non fossero strategici sugli snodi del traffico. Mi sembra abbia funzionato».
Tutto qui, allora ci si poteva pensare prima?
«No, non è tutto qui. La maratona è un evento complesso così come lo è il suo rapporto con una metropoli. È stato fatto un salto di qualità nella comunicazione e nel coinvolgimento della città».
Che ha risposto finalmente...
«Direi di sì. A cominciare dagli atleti che sono stati numerosi, al pubblico che c’era sul percorso. Ma, soprattutto, la svolta è arrivata dalle Onlus che hanno aderito al progetto di solidarietà che muoveva le staffette. Sono state fondamentali nel far amare questa maratona».
Le staffette all’estero sono molto diffuse ma per una maratona italiana era la prima volta.
«Così strutturate sì e sono state una vera sorpresa. Quasi 500 squadre iscritte sono davvero un bel numero. Portano entusiamo e permettono anche a chi non ha mai corso una maratona di avvicinarsi con una tratto da 10mila metri a una gara difficile. Poi, come succede all’estero, le avevamo legate ad una raccolta fondi per cause di solidarietà e questa della charity è la strada da seguire».
Maratona promossa, quindi per il prossimo anno tutto confermato?
«Soddisfatto completamente mai... Diciamo che questa è una buona base da cui ripartire da subito visto che tra un mese riapriamo le iscrizioni per il 2011. Il percorso ha funzionato; quindi, quasi sicuramente verrà riproposto magari con qualche lieve aggiustamento. C’è stato qualche disguido e qualche ritardo nelle zone cambio degli staffettisti ma quella è un’organizzazione complicata. Era la prima volta ma lì dobbiamo migliorare».


Chi si lamenta sono soprattutto gli automobilisti e qualche ragione a volte ce l’hanno, servirebbe una domenica ecologica.
«L’assessore Terzi in questo senso si sta già muovendo. Sul suo blog ha promesso che farà di tutto per bloccare il traffico.».

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