"Così ho visto morire Andrea, caduto dal ponte che ha ceduto"

Al processo per il caso Elifani parla l'amico Francesco: "Non ho potuto salvarlo. La balaustra? Si muoveva da mesi"

"Così ho visto morire Andrea, caduto dal ponte che ha ceduto"
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«Ho cercato di afferrargli la mano, ma non ci sono riuscito»: Francesco ha la voce rotta quando pronuncia la frase che chiude la sua deposizione. Siamo nell'aula del processo per la morte di Andrea Elifani, il 40enne deceduto la sera del 2 aprile 2021 dopo essere precipitato per circa 3 metri dalla passerella De Marchi, sulla Martesana, a causa di un cedimento della balaustra. La Procura ha dimostrato che la struttura era in cattivo stato di manutenzione e imputati per omicidio colposo sono tre dipendenti e responsabili dell'Unità ponti del Comune. Elifani ha lasciato la moglie che all'epoca era incinta. «Le responsabilità personali? Non mi interessano - dice Francesco - Andre non tornerà da noi...».

I familiari di Elifani, assistiti dall'avvocato Daniele Sicilia, sono stati risarciti dal Comune e non sono parte nel processo. L'amico d'infanzia della vittima è stato sentito alcuni giorni fa nell'aula dell'Ottava sezione penale, davanti al giudice Nicoletta Marchegiani, e ha risposto alle domande del pm Isabella Samek Lodovici. Ha dovuto ricordare di un maledetto aperitivo tra amici diventato tragedia. Quella di una morte senza spiegazioni, che ha travolto famiglia, amici, colleghi. E che si scontra con i freddi verbali di ispezioni tecniche agli atti dell'inchiesta e con il burocratico scaricabarile di un ufficio come tanti. «Ci siamo visti nel tardo pomeriggio per una birra alla Buttiga di Melchiorre Gioia, proprio ai piedi del ponte, era l'occasione per salutarci prima delle vacanze di Pasqua. Con me e Andre c'erano altri tre amici. Siamo saliti sulla passerella per chiacchierare tranquilli, lo avevamo fatto tante altre volte, e anche per mantenere il distanziamento: c'era un po' di gente (siamo ancora in epoca Covid, ndr). Avevamo preso due birre a testa, così da non dover rifare la fila. La seconda birra è rimasta su quel maledetto ponte...». La caduta avviene alle 18.15 circa. «Andrea era di fianco a me, stavamo parlando noi due. Lui si era appena appoggiato e ho sentito un rumore metallico. La balaustra si è staccata e Andrea è caduto, non ho potuto fare niente. Siamo corsi giù e abbiamo chiamato i soccorsi».

Francesco oggi torna a parlare dell'amico d'infanzia: «Ci conoscevamo fin da bambini, siamo cresciuti insieme. Alle superiori eravamo compagni di banco. Ci vedevamo spesso e ci sentivamo quotidianamente, almeno per messaggio. La sua mancanza la sento ogni giorno e non mi do tutt'ora risposte sul perché... Di certo ho perso la fiducia in tante cose...». Il testimone ha parlato anche del cattivo stato di quel ponte: «Era malmesso, ci avevo fatto caso tante volte. Quelle sbarre sembravano provvisorie. Il giorno della morte di Andrea avevamo anche scherzato sul fatto che la balaustra si muoveva, girava su sé stessa. Ma chi poteva immaginare?..

.». Chiede il pm: «Ricorda quando avete notato per la prima volta il cattivo stato della barriera?». Risposta: «La balaustra si muoveva già nell'estate del 2019, prima del lockdown». La prossima udienza sarà il 24 marzo.

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