«Dobbiamo interloquire direttamente con la commissione europea, far sentire il peso economico delle regioni manifatturiere». È questo il leitmotiv con cui l'Assessore allo Sviluppo Economico lombardo, Guido Guidesi, è riuscito a portare la Lombardia in Europa, grazie a un lavoro diplomatico lungo tre anni, valorizzato dalla capacità di riconoscere, prima di altri, i rischi che avrebbero messo in difficoltà le aziende. È accaduto con i costi energetici, che nel 2022 hanno messo le aziende lombarde davanti a una crisi mondiale, amplificata da una discutibile gestione del problema da parte della Commissione Europea allora in carica. Ed è avvenuto poi con l'automotive, settore messo in difficoltà da assurde imposizioni della Commissione Ue in favore dell'elettrico, che hanno messo a rischio l'intera manifattura europea. In questo contesto, mettere al centro dell'agenda politica il settore chimico, ancora oggi troppo bistrattato e considerato pregiudizialmente, si è rivelato una scelta corretta. Incontri avuti a Lipsia, Pamplona, Lione, Stoccarda, Bruxelles e Monaco di Baviera hanno consentito a Guidesi di capire se le altre regioni più produttive d'Europa avessero le stesse problematiche della Lombardia e soprattutto se avessero voluto sposare la causa lombarda per un «protagonismo dei territori in grado di influenzare le scelte della Commissione».
I risultati sono arrivati prima con l'assunzione della presidenza dell'European Chemical Regions Network (Ecrn), la rete delle regioni europee in cui l'industria chimica svolge un ruolo cruciale nello sviluppo economico, nella crescita e nell'occupazione e poi con quella dell'Automotive Regions Alliance. Nel mezzo, altri traguardi importanti: ad esempio, il riuscire per la prima volta a portare tutto il sistema lombardo a Bruxelles per sottoscrivere un documento congiunto con undici precise richieste da sottoporre alla nuova Commissione, per garantire competitività alla Lombardia. Nello scorso marzo, poi, la certificazione, con un documento ufficiale firmato da entrambi i protagonisti, della nascita dell'alleanza con la Baviera per intensificare le relazioni reciproche e unire le forze rispetto ai rapporti con l'Ue.
Il patto è stato ratificato con il ministro di Stato bavarese per gli Affari Europei e Internazionali, Eric Beißwenger. Nello specifico si è concordato che Lombardia e Baviera approfondiranno scambi e rapporti nel campo dell'intelligenza artificiale, delle start-up e delle piccole e medie imprese. Le due regioni, inoltre, sono centri scientifici di livello mondiale e negli ultimi anni hanno investito specificamente nell'espansione delle infrastrutture di ricerca e scientifiche: una maggiore collaborazione tra i centri di ricerca lombardi e bavaresi potrà generare un valore aggiunto per le rispettive economie. Il 7 novembre, Beißwenger ha inoltre accettato l'invito delle Confindustrie Brescia e Bergamo a intervenire alla loro assemblea annuale per ribadire «l'importanza dell'Alleanza con la Lombardia e far sentire la voce dei territori in Europa». In quell'occasione, lo stesso Guidesi aveva ribadito la necessità di scongiurare il «rischio concreto di deindustrializzazione dell'Europa a causa di scelte ideologiche della scorsa Commissione».
Posizioni che, per pragmatismo, sono state molto apprezzate dagli imprenditori. La sfida è partita, la Lombardia vuole essere sempre più protagonista in Europa per consolidare il primato di prima Regione manifatturiera del Continente.
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