Abidjan - Bagno di sangue in Costa d'Avorio. Un migliaio di persone risultano morte o disperse nella località di Duekoué, nell’ovest del Paese, teatro di un "massacro avvenuto fra domenica e martedì". A renderlo noto è l’ong Caritas.
La strage è avvenuta nel quartiere "Carrefour", controllato dalle forze del presidente legittimo Alassane
Oauttara "nel corso di combattimenti avvenuti fra domenica 27 marzo e martedì 29 marzo", si legge in un
comunicato dell’organizzazione umanitaria.
L’ong "ignora chi sia responsabile di questo massacro ma indica come un’inchiesta possa accertare la verità:
la Caritas condanna gli attacchi contro i civili e sottolinea come la situazione stia peggiorando rapidamente".
La condanna degli Usa Il presidente ivoriano uscente,
Laurent Gbagbo, deve "cedere immediatamente il potere" al capo di Stato legittimo, Alassane Ouattara, prima
di condurre il Paese verso "l’anarchia": lo ha dichiarato il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, la quale ha poi espresso "grave preoccupazione" di fronte alla "situazione pericolosa e in fase di
degrado" nel Paese: le forze di Gbagbo e Ouattara si affrontano da tre giorni ad Abidjan mentre l’Onu e molte
ong hanno accusato le parti di essere responsabili di massacri nelle regioni occidentali.
Gbagbo non lascia Gbagbo si rifiuta di lasciare il potere ad Alassane Ouattara nonostante abbia perso le elezioni dello scorso
novembre. Le forze fedeli a Ouattara, riconosciuto legittimo presidente dalla comunità internazionale, hanno
preso il controllo di quasi tutto il Paese.
Un consigliere del presidente ivoriano Alassane Ouattara ha detto
che i combattenti si stanno preparando per un'azione finale per deporre il leader Laurent Gbagbo, ex capo di
Stato che non vuole lasciare il potere. Le forze di Ouattara, presidente riconosciuto internazionalmente, si sono
radunate ieri sera fuori dalla capitale commerciale Abidjan e hanno previsto un'avanzata oggi verso il centro
della città. La
situazione è tuttavia al momento calma vicino al palazzo presidenziale di Gbagbo. Ieri il suo governo ha invitato
i civili a formare uno scudo umano intorno al suo ufficio e alla casa e centinaia di giovani si sono riuniti vicino
all'edificio questa mattina. I sostenitori di Ouattara hanno preso ormai il controllo di quasi l'80% della nazione,
grande più o meno quanto la Polonia.
Intanto oltre 1.500 cittadini stranieri, di cui circa la metà francesi, si sono rifugiati nella base militare di Port Bouet ad Abidjan, principale città della Costa d’Avorio. Gli stranieri si trovano sotto la protezione del contingente francese "Licorne", sul posto per appoggiare le forze dell’Onu e proteggere i cittadini francesi: tra gli altri rifugiati vi sarebbero una cinquantina di europei e numerosi libanesi, in attesa di un volo di rimpatrio.
Feriti 4 caschi blu Inoltre quattro Caschi Blu del contingente dell’Onu (Onuci) in Costa d’Avorio sono stati "gravemente feriti" dai militari del presidente uscente Laurent Gbagbo: lo hanno reso noto fonti delle Nazioni Unite.
"Una pattuglia dell’Onuci è stata ancora una volta oggetto di colpi d’arma da fuoco da parte delle forze speciali di Gbagbo mentre effettuava una missione umanitaria", si legge in un comunicato che non fornisce ulteriori dettagli sulla nazionalità dei Caschi Blu coinvolti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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