Silvio Berlusconi non ha dubbi: l'Italia ce la farà a superare la crisi. "Se noi sommiamo il nostro debito pubblico alla finanza privata siamo il secondo paese più solido d'Europa, secondo solo alla Germania e prima di Svezia, Francia e Gran Bretagna", spiega, "Quindi siamo di fronte ad uno Stato indebitato e a cittadini invece benestanti. Questa è la situazione vera dell'Italia".
Al congresso del Ppe a Marsiglia, l'ex premier ha ribadito che il Paese sta sta facendo "la sua parte per consentire all'Europa di uscire dalla crisi". E questo è possibile grazie alla manovra che "una sola coalizione politica non poteva approvare e non poteva fare quello che abbiamo deciso dolorosamente di fare". Il Cavaliere precisa però che "tutto è migliorabile: nel sistema italiano, per la nostra architettura istituzionale, il governo suggerisce e il Parlamento, che discute, decide e vota".
Proprio per questo, "è necessario" porre la fiducia sulla manovra: "Una manovra come questa comporta un forte aumento della pressione fiscale. Tutte le forze politiche hanno forti resistenze su singoli punti, ma tutti voteranno per fare in modo che si possa far presto e si voti rapidamente, prima di Natale. Senza fiducia sarebbe tutto molto più difficile". Entrando nei dettagli del provvedimento, Berlusconi dà piena libertà al Pdl sull'ipotesi di tassare gli immobili della Chiesa, ma precisa: "So che tutte le risorse che la Chiesa risparmia le dà in opere di aiuto a chi ha bisogno"
Sulla sua pagina Facebook, Berlusconi accusa la Germania di essere stata troppo rigida tanto da causare "anche situazioni negative (come la gestione del debito greco e gli interventi dell’Europa sulla Grecia) che sono state interamente responsabili di quello che abbiamo visto e a cui abbiamo assistito". Per questo una soluzione possono essere "gli eurobond sono certamente una soluzione". Bisogna, inoltre, dare alla Bce un ruolo "che garantisca i debiti sovrani degli Stati" e "trovare un accordo su una governance più efficace".
Commentando le vicende interne, Berlusconi ha ribadito di non essersi mai occupato della questione delle frequenze televisive che potrebbero essere vendute per recuperare risorse: "Non lo so. Ho visto che un protagonista del mondo televisivo ha rinunciato.
E per quanto ne so io c’è anche molta incertezza nell’azienda che fa capo a me e di cui tra l’altro non mi occupo. C’è molta freddezza, non ho una opinione ma temo che se ci fosse da fare una gara sulle frequenze, la gara potrebbe essere veramente disertata da molti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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