Esordi, polemiche, esperimenti, salotti, gruppi, correnti. E punti di svolta, veri e presunti. Insomma il lievito della letteratura contemporanea. E forse di tutte le letterature.
Ed è di questo lievito che si occupa Gilda Policastro nel suo "Polemiche letterarie. Dai novissimi ai-lit blog" (Carocci editore, pagg.207 euro 18). La Policastro, è critica (svariati saggi che spaziano da Dante a Sanguineti) e scrittrice (molta poesia e il romanzo «Il farmaco»), in questo testo, dotto e che ammicca poco al lettore, ripercorre le crisi e lisi della letteratura italiana, dagli anni sessanta ai giorni nostri, mettendo l'accento appunto sui momenti di "tensione creativa" che hanno generato dibattito.
L'idea è interessante e in effetti mette bene in luce una serie di tasselli importanti della nostra contemporaneità, con sguardo equo ma mai neutrale (vedi il ruolo di Sanguineti). E se spesso i lavori accademici si incagliano sul «Gruppo 63» e sulla Neoavanguardia, la Policastro è brava a raccontare tutto quello che è successo da lì in poi, a tracciare percorsi e parallelismi. E a dare un'ampio sguardo sull'oggi, con la rete, il «deterioramento del ruolo del critico» (vittima - piaccia o non piaccia - della deideologizazione dei saperi) e la degenerazione della comunità letteraria verso una specie di «Arena».
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