Accuse bipartisan. "Un precedente molto pericoloso"

La ministra Roccella: "Un arretramento". Il Pd: "Manuale del patriarcato"

Accuse bipartisan. "Un precedente molto pericoloso"
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Nell’epoca delle divisioni manichee, ci sono davvero poche notizie che mettono tutti d’accordo. È il caso della sentenza di Modena, nei confronti della quale il disgusto è bipartisan. «Sentenze come questa non fanno altro che vanificare leggi come il Codice Rosso e il lavoro di prevenzione, mandando messaggi culturali devastanti», dice la deputata della Lega Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità del Carroccio, che annuncia «un’interrogazione al ministro della Giustizia perché la vicenda non si può chiudere con un triste titolo di giornale». Preoccupazione e indignazione sono manifestate da Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati-Centro Popolare: «È un pericoloso precedente.

Non c’è alcuna giustificazione per chi uccide una donna. Mai». Mentre la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella si riserva di leggere nel dettaglio «il testo integrale della sentenza», ma da ciò «che emerge dagli stralci pubblicati» sembra produrre «un arretramento nell’annosa lotta per fermare i femminicidi e la violenza maschile contro le donne, ma anche di aprire un vulnus nelle fondamenta che reggono il nostro ordinamento».

Martina Semenzato deputata di Coraggio Italia e del Gruppo parlamentare di Noi Moderati, parla di «un giudizio nel giudizio, dove la soggettività prevale sulla oggettività, lasciando spazio a infelici alibi futuri. Si registra, ancora una volta, una dissonanza tra gli interventi legislativi, volti a rafforzare gli strumenti di tutela delle donne, e una giurisprudenza che crea principi di diritto che disorientano la collettività».

Critiche aspre anche a sinistra. La senatrice del Pd Valeria Valente della Bicamerale Femminicidio parla senza mezzi termini di «provvedimento da manuale del patriarcato», mentre la capogruppo di AVS alla Camera Luana Zanella liquida la sentenza così: «Non capiamo cosa ci sia da comprendere nell’inarrestabile strage di donne commessa dalla violenza maschile, se non che c’è molto lavoro da fare per abbattere i sedimenti di una cultura patriarcale che emerge anche là dove non ti aspetti e da parte di chi ha strumenti e poteri per contrastare questo orribile fenomeno».

«Le motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Modena sul doppio femminicidio che ha tolto la vita a Gabriella e Renata ci portano indietro di decenni, cancellando i progressi ottenuti con le battaglie delle donne nelle istituzioni e nella società», è il commento della deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi. E la vice presidente di Fondazione Pangea Simona Lanzoni evidenzia «quanto il ragionamento su cui si basa lo sconto di pena sia pericoloso».

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