Confermata oggi, al termine del processo d'appello tenutosi a Genova, la condanna a 24 anni e sei mesi per Alberto Scagni, il 43enne finito dietro le sbarre dopo aver ucciso la sorella Alice. La procura aveva invece chiesto l'ergastolo.
Il caso Scagni
Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, Alberto Scagni, noto per essere un soggetto difficile, ha ucciso la sorella Alice, maggiore a lui di 3 anni, nella giornata del 1 maggio 2022. L'uomo l'aveva attesa sotto casa, nel quartiere di Quinto, e lì l'aveva accoltellata, dopo averla vista uscire per portare a spasso il cane. Almeno 20 le pugnalate inferte alla donna, poi deceduta a causa delle gravissime ferite.
Di questo caso si ricordano anche le polemiche. Quella stessa mattina, infatti, l'uomo aveva telefonato ai genitori e, parlando col padre Graziano, aveva avuto un atteggiamento violento, arrivando a pronunciare minacce di morte. "Se non mi dai i soldi lo sai dove finiscono questa sera Alice e Gianluca?", aveva urlato, riferendosi alla sorella e al cognato. Preoccupato dalle parole del figlio, Graziano Scagni aveva contattato le forze dell'ordine, spiegando la situazione, ma non essendoci stato un pericolo concreto non c'erano stati interventi.
Purtroppo, a distanza di pochissime ore, l'incubo della famiglia Scagni aveva finito col concretizzarsi.
La condanna
Nel corso della giornata di oggi, martedì 16 aprile, l'udienza presso la Corte d'assise d'appello di Genova. Dopo l'archiviazione del procedimento bis, relativo alle presunte omissioni da parte dei due poliziotti e della dottoressa del dipartimento di Salute mentale della Asl 3 (secondo i giudici, tutti e tre i professionisti avrebbero agito in modo corretto), si arriva a un nuovo capitolo che riguarda in prima persona Alberto Scagni.
Nei confronti dell'uomo il sostituto procuratore generale Ezio Castaldi aveva chiesto l'ergastolo. Per il pg, l'imputato avrebbe agito con premeditazione. I giudici della Corte d'assise d'appello hanno invece confermato la condanna a 24 anni e 6 mesi di reclusione con la dichiarazione di seminfermità. Scagni era presente in aula nel corso del dibattimento, e l'avvocato difensore ha insistito sul fatto che il suo assistito ha necessità di cure per i suoi disturbi psicologici.
L'aggressione in carcere
Lo scorso novembre Alberto Scagni è stato vittima di una violenta aggressione nel carcere di Sanremo, in cui si trovava recluso, tanto da finire nel reparto di
Rianimazione dell'ospedale di Imperia, dove era stato messo in coma farmacologico. A seguito di ciò, aveva riportato un'infezione da catetere venoso, con febbre molto alta e difficoltà a nutrirsi, come raccontato dalla madre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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