Nuova perizia per Alessia Pifferi: "Vogliamo capire"

Scontro legale sulla nuova perizia ad Alessia Pifferi: la corte d'appello concede richiesta della difesa

Nuova perizia per Alessia Pifferi: "Vogliamo capire"
00:00 00:00

Nuova perizia psichiatrica per Alessia Pifferi. Lo ha deciso la corte d'appello di Milano. La difesa della donna aveva presentato un dossier per farle ottenere una nuova perizia psichiatrica, volta a scoprire se l’imputata fosse in grado di prendersi cura della figlia Diana Pifferi, morta di stenti dopo essere stata lasciata da sola per sei giorni in una casa di zona Ponte Lambro a Milano nel luglio 2022.

Alessia Pifferi era stata condannata all’ergastolo a maggio 2024 e durante il processo di primo grado era stata sottoposta già a una perizia, condotta da un team guidato da Elvezio Pirfo, nominato dal tribunale. Trattandosi di una nuova perizia, verosimilmente non sarà lo stesso Pirfo a condurla, come invece chiesto questa mattina dalla pg. Le motivazioni della corte: “Il compendio probatorio è incompleto e lacunoso, oltre che a tratti contraddittorio”. Per questo si rende “necessario e imprescindibile l'uso di esperti” e quindi una nuova perizia che fughi tutti i dubbi grazie a “test somministrati o somministrabili potrebbero assumere un particolare rilievo sull'imputabilità o sulla condotta dell’imputata".

Oggi, per la prima vera udienza dell’appello - a fine gennaio, quando il processo sarebbe dovuto partire, aveva presentato un certificato medico di assenza per malattia - Alessia Pifferi è stata in aula. La sua legale, Alessia Pontenani, aveva, come detto. fatto depositare un corposo dossier contenente materiale vario (diagnosi, relazioni di sedute con i genitori, documentazione scolastica e perfino disegni infantili).

Ma secondo l’avvocato generale Lucilla Tontodonati che rappresenta la difesa, questo non sarebbe bastato: “Non c’è nessun elemento che possa far pensare a una incapacità. Se l’uomo della strada può pensarlo per l’efferatezza del fatto, incomprensibile per il comune sentire - aver abbandonato la figlia per giorni - non ogni delitto efferato si spiega con l’incapacità di intendere e volere. […] Non vi è alcuna necessità di effettuare una nuova perizia quando ne abbiamo una che già risponde a ogni obiezione che è stata fatta. […] La documentazione scolastica prova, una volta in più, l'inattendibilità del test Wais perché emerge una persona non brillante, ma che è capace, interagisce con la realtà, si relaziona”.

Non solo per la pg non ci sarebbe bisogno di somministrare un nuovo test Wais, ma anche la documentazione presentata dalla difesa apparirebbe “confusa”. La difesa aveva presentato anche un carteggio tenuto da Alessia Pifferi in carcere. E anche quelle lettere sono state rigettate dall’accusa, per la loro “totale irrilevanza” e perché “anziché dimostrare un’incapacità o un difetto cognitivo potrebbero invece essere interpretate come un lucido disegno difensivo”.

Naturalmente Pontenani è di differente avviso, poiché “tutte le donne che hanno ucciso i propri figli vengono valutate con una perizia psichiatrica”: “Voglio capire se ha un problema cognitivo, ritengo che sia indispensabile per capire come ragiona Alessia Pifferi. Dalla mia missiva si può capire quanto questa donna sia fragile e non si renda conto delle proprie azioni. Il test Wais deve essere nuovamente somministrato, c’è da capire se questa mamma ha ucciso la propria bambina volontariamente o se davvero non ha capito le conseguenze delle proprie azioni, come detto dalle psicologhe e dai test che le sono stati somministrati. Non sapeva di essere incinta, non è empatica”. Durante l’intervento, l’imputata si è mostrata più volte in lacrime per poi accogliere la decisione della corte con un sorriso.

Infatti la corte d’appello ha appunto accolto la richiesta difensiva per una nuova perizia: si ricomincerà da zero e si terranno alcune visite nel carcere di Vigevano in cui Alessia Pifferi è detenuta al momento.

A margine dell’udienza, la madre Maria Assandri non ha voluto parlare con la stampa, mentre lo ha fatto la sorella Viviana Pifferi, che ha lamentato l’allungamento dell’iter giudiziario: “Possono anche farne tremila, per me sempre normale ritorna. Io vorrei tornare alla mia vita. E invece no”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica